I Guru del Digital e l’uso strategico delle puttanate

I Guru del Digital e l'uso strategico delle puttanate

Le puttanate, sai, son come il vento…

Tutti, prima o poi, ci produciamo in qualche puttanata. Specie sui Social Network.

Freddure, riflessioni da 4 soldi, esternazioni del tutto insignificanti: tutte cose che richiedono un livello d’impegno minimo e che non arricchiscono né noi, né chi ci segue. Puttanate, insomma.

Vien da sé che molte di queste siano figlie della noia o della semplice stupidità del momento; altre, invece, se osservate con la dovuta attenzione, danno proprio l’idea di essere studiate a tavolino, magari allo scopo di generare coinvolgimento e interazione low cost.

Puttanate macina-numeri, potremmo definirle. Raccogliendo, così, tutta quella sporcizia gettata nel mare del social solo perché tanto qualcuno che abbocca c’è sempre. E più sono quelli che abboccano, più l’ego di chi le propina aumenta. Alimentando, così, un circolo vizioso che svuota la condivisione del suo significato più puro: quello di arricchire il prossimo.

Quando poi a rifilare puttanate è uno dei cosiddetti Guru del Web, la questione assume dei toni decisamente più gravi e non può certo passare inosservata.

Estimatori e seguaci: due razze distinte e separate

Pur essendo oltremodo sgradevoli, le puttanate macina-numeri propinate dai Guru hanno, però, anche un loro lato positivo: è grazie ad esse, infatti, che è possibile identificare chi, all’interno di un gruppo, si comporta come un estimatore e chi, invece, come un seguace.

La differenza tra i due è presto detta: l’estimatore è dotato di un proprio senso critico, il quale lo spinge a non appoggiare sempre e comunque il Guru di turno; il seguace, invece, è d’accordo con tutto quello che fa/scrive/dice il suo idolo, un po’ come farebbe un cane ammaestrato.

È in ragione di questa sostanziale differenza che, rivolgendomi ai Guru, mi sento di suggerire logo quanto segue: non misurate il vostro valore basandovi su quelli che vi gridano: “Bravo!” o “Mito!” sempre e comunque, perché sono individui affetti da un’adorazione cieca, ovvero persone prive di senso critico e delle quali è sin troppo facile approfittare per farsi grandi.

So benissimo che, come recita un vecchio adagio, “nel paese dei ciechi, l’orbo è il Re” e che, quindi, se uno è poco portato all’analisi critica è principalmente un problema suo, ma ciò che distingue un buon Re da un cattivo Re sta proprio nel non sfruttare questo fattore a proprio vantaggio. Dimostrando, così, non solo acume, ma anche sensibilità e rispetto per il prossimo.

Sò tutti Guru col Social dell’altri

È vero che non si può piacere a tutti, così come è vero che anche coloro che godono di grande popolarità possono, a volte, non piacere per qualcosa che hanno detto o fatto.

Il disaccordo è fisiologico nei rapporti interpersonali ed è anche un importantissimo indicatore, in quanto certifica il buono stato di salute del quale il singolo rapporto gode.

Sapere di avere bizzeffe di seguaci privi di senso critico e approfittare di questo per farsi grandi e propinare merda non solo non è professionale, ma non è neanche di classe.

Molto meglio mantenere un basso profilo, limitare la condivisione di puttanate macina-numeri e basare il proprio valore contando le teste di quelli che dimostrano di avere un senso critico.

Qualsiasi squadra, anche la peggiore al mondo, ha dei tifosi. Non è, però, il tifo a determinare la qualità del suo gioco, né quella dell’allenatore.

Alla prossima!


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Simone Bennati

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4 risposte

  1. Jessica ha detto:

    Devo assolutamente beccarti da qualche parte, magari a qualche evento, per stringerti la mano, giuro 🙂

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