Il pensiero felice di un Digital “Coso”? Spalare la merda di vacca!

Il futuro di un informatico? Aprire un agriturismo!

Il futuro? Pochi esperti di digital, tanti agriturismi

Parafrasando Rocco Siffredi, potrei dire che: “Io, di professionisti del digital, ne ho conosciuti tanti” e spesso sono riuscito ad andare anche oltre le tipiche chiacchiere di lavoro.

Ascoltando i discorsi dei vari capi e collaboratori che ho incrociato sul mio percorso, ho notato un elemento curioso e comune alla maggior parte di questi: il desiderio, profondo e oltremodo sentito, di un futuro che fosse il quanto più possibile lontano dal mondo del digitale.

C’è chi mi ha confessato, ad esempio, di voler acquistare una cascina e trasformarla in un agriturismo; altri, invece, avrebbero voluto comprare un terreno agricolo per ricavarci una vigna; i più estremi, infine, si vedevano proiettati tra i maiali o le vacche: sommersi dalla merda, ma felici.

Insomma, mi sono accorto che tutti desideravano la stessa cosa, ovvero tornare ad una vita a stretto contatto con la natura, magari per svolgere un lavoro prettamente manuale.

La tecnologia non ti semplifica la vita, te la prosciuga

Ammetto che vedere System Administrator, Software Architect e Graphic Designer sbavare all’idea di mollare tutto per andare a mungere le vacche lascia un po’ interdetti, ma ad oggi credo di aver capito quale sia la causa di questo fenomeno: è il digitale in sé.

Indipendentemente da quale sia il percorso professionale che uno sceglie di intraprendere, infatti, quando ti ritrovi a lavorare tutto il giorno con i computer, dopo un po’ “scapocci”.

Provate ad immaginare come potrebbero essere 40 anni di lavoro trascorsi dietro ad un computer. 40 anni spesi a scrivere codice, realizzare infografiche, costruire database, gestire community, elaborare report, sviluppare software, photoshoppare cellulite e rughe…

Pensate sia gratificante? Nossignore! Anche se non ho esperienza in merito, immagino lo sia molto di più piantare un fagiolo, curarne la crescita e poi, quando è il momento, mangiarselo.

E non è che, se nel mentre ti dimentichi un punto e virgola, poi non funziona più un cazzo…

Il futuro migliore è nelle cose semplici

Ecco, credo che sia questo il motivo alla base dei discorsi che ho sentito fare da gran parte dei Digital “Cosi” che ho conosciuto e che da oggi, forse, riesco a comprendere un po’ di più.

Non si parla di mero profitto, ma del sapore della terra fresca, dell’odore della pioggia, della gioia data dal godere del frutto del proprio lavoro dopo essersi spaccati la schiena sotto al sole.

Questo mix di sapori, odori e sensazioni sembra esercitare un fascino irresistibile su chi vive la sua quotidianità davanti ad un monitor e io stesso, a volte, sento di subirlo. Almeno in parte.

Apriamo un agriturismo?

Alla prossima!


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Simone Bennati

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11 risposte

  1. Simone Bennati ha detto:

    Ciao @tanadelragno:disqus,
    a livello di impressione personale, sono perfettamente d’accordo con te. Se non ne sono certo è perché, come appunto ho scritto, le persone con le quale mi sono interfacciato più frequentemente sull’argomento appartengono al mondo informatico, quindi non posso garantire sugli intenti di impiegati, contabili e quant’altro.

    Quel che mi viene da pensare è che il lavoro d’ufficio in genere porti l’individuo a desiderare di abbandonare la scrivania per preferirle l’orto. Vedo la questione come una sorta di “richiamo istintivo” verso quelle che sono le nostre radici. Un richiamo che, presto o tardi, si fa sentire e diventa inarrestabile. Chissà che anche io non finisca, un giorno, a gestire un agriturismo o a mungere le vacche da qualche parte 😀

    Grazie per aver commentato e buona giornata!

  2. Domenico ha detto:

    Ciao @Simone Bennati, prima di tutto complimenti per l’articolo e per il blog! Da programmatore, condivido totalmente ogni singola parola! 😀 a ogni bug che salta fuori, io e un mio collega (che mi ha linkato all’articolo) facciamo un passo verso i campi e la zappa! 😀

    • Simone Bennati ha detto:

      Buongiorno @disqus_bltpg4Fqiu:disqus,
      innanzitutto ti ringrazio per aver letto e commentato questo post 🙂

      Programmatori, grafici, social media “cosi”… Ho visto che siamo in tanti a coltivare il sogno del mollare tutto per tornare alla vita semplice, anche se poi di veramente semplice non ha niente, ma ha solo delle difficoltà diverse.

      Se mai un giorno dovessi esaudire quel sogno, terrò in considerazione te e il tuo collega per il ruolo di braccianti! 😀

      Grazie ancora e buona giornata 😉

    • MT ha detto:

      Buondì, mi presento, sono il collega. Ho già contatti per i quad e divinità oscure per il nostro raccolto. Passo da Viridea per le ultime robette e ci sono!

  3. Stuz ha detto:

    Ai vari motivi che spingono una persona ad appendere la tastiera al chiodo aggiungerei anche che spesso, se non nella totalità della carriera, si ha a che fare con gente che di quello che fai non capisce una sega e ti costringe a lavorare come a loro pare più sensato. Ed è in qualche modo paradossale che l’insofferenza verso i peracottari che tanto odiamo ci porti a voler diventare noi stessi dei peracottari. 🙂

    Ciò detto, per quanto mi riguarda non credo che troverei la pace dei sensi conducendo una vita immerso nella natura, abbandonando una delle cose che conosco e che so fare meglio. Non lo so, forse sono ancora troppo giovane. 😀

    • Simone Bennati ha detto:

      Ciao @Stuz:disqus,
      credo tu abbia aggiunto tutto quello che si poteva aggiungere e con grande chiarezza 😀

      Se non ho toccato il “fattore umano” (leggi “peracottari”) è perché trovo che gente dalla mentalità e dalla professionalità discutibile ci sia in ogni settore, non solo in quello informatico. Nel casto dell’informatica, ai peracottari si aggiunge la macchinosità del lavoro e questa penso sia un’aggravante molto forte in questo settore, più che in tanti altri.

      Peccato che tu non ti veda bene a piantare carote, secondo me saresti stato un ottimo socio 😀

      A presto e grazie per aver commentato!

  4. Ghirahim the Fabulous ha detto:

    Cazzo ero convinto di essere l’unico stronzo a pensarla così. Signori, mo’ butto il portatile dalla finestra e mi do all’agriturismo.

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