5 buoni motivi per non fare il grafico o il web designer

5 buoni motivi per non fare il grafico o il web designer

Vuoi fare della grafica il tuo lavoro? Auguri

Ogni tanto mi capita di fermarmi a chiacchierare con ragazzi che hanno meno di 20 anni e che, nel loro immediato futuro, non vedono l’Università, bensì un lavoro. Magari anche ben retribuito.

Alla domanda: “Cosa ti piacerebbe fare?”, alcuni di loro rispondono indicando professioni strettamente legate ai settori del marketing e della comunicazione online, come il web designer, il copywriter o il social media manager.

Ascoltarli è un piacere, ma non posso fare a meno di notare che molti non hanno la minima idea di cosa significhi lavorare in questo settore, né di quali siano gli ostacoli presenti in esso.

Anche io a 20 anni ero convinto che quello della grafica fosse un mondo magico, fatto di creatività, ispirazione, grandi progetti, profitto. Un mondo all’interno del quale avrei potuto dare sfogo al mio lato creativo, sentendomi realizzato e portando a casa la cosiddetta “pagnotta”.

Peccato solo che quel mondo si dimostrò non essere affatto così: alla cruda realtà, infatti, bastò solo qualche mese per riportarmi violentemente con i piedi per terra, facendomi realizzare in modo chiaro e netto in cosa consistesse veramente il percorso che avevo scelto.

Ciao, mi chiamo Simone, ho 33 anni e sono un grafico

Oggi, 13 anni dopo il mio esordio nel mondo del lavoro, intendo rivolgermi ai 20enni che nutrono le mie stesse aspirazioni e dare loro 5 buoni motivi per non fare il grafico o il web designer.

Magari l’esperienza di un “vecchietto” come me può tornare utile a qualcuno…

1. Del tuo gusto estetico non importerà a nessuno

Se pensi che lavorare con la grafica ti permetterà di dare libero sfogo al tuo estro creativo, permettendoti di portare il “il bello” ovunque questo sia richiesto, ti sbagli di grosso.

Il tuo concetto di bello, infatti, non interesserà a nessuno. Saranno il concetto di bello del cliente e quello del  tuo capo a contare e il tuo compito sarà unicamente quello di dar loro una forma.

Sbrigati, quindi, ad accantonare il tuo odio per il Comic Sans e le scritte glitterate: se chi ti paga vuole che le cose vengano fatte in un certo modo, le devi fare in un certo modo. Punto.

2. Il tuo lavoro sarà importante, ma totalmente occulto

Rinuncia all’idea che qualcuno possa interessarsi a te e alle tue creazioni: farai il grafico, mica l’artista. Nessuno vorrà mai appendere qualcosa di tuo nel suo salotto. Nessuno.

Il tuo lavoro, se ancora non l’hai capito, sarà quello di realizzare banner pubblicitari, locandine, siti web… Nulla di “artistico”, insomma. Indi per cui, abituati all’idea di lavorare nell’ombra, proprio come i tuoi colleghi sistemisti, programmatori, community manager, etc.

Nulla ti vieterà di aprirti un sito personale nel quale inserire il tuo portfolio, ma fidati se ti dico che non vorrai far vedere agli altri neanche 1/4 delle cose alle quali lavorerai.

3. Sarai un operaio del design

Ripeti quanto segue come se fosse un mantra: gran parte del lavoro di un grafico consiste nel ripetere le stesse operazioni in serie, proprio come accade nelle catene di montaggio.

Immagina, ad esempio, che il proprietario di un ristorante ti fornisca 50 foto da inserire nella galleria fotografica del sito del locale: una volta scartate quelle venute male, dovrai ritagliare le restanti in base alle misure date, modificarne la tonalità, regolarne la saturazione, aggiustare le curve di colore, applicare i giusti filtri, etc. Il tutto per almeno 20 – 25 volte.

Non è poi così piacevole come immagine, vero?

4. Non pensare di poter fare il maestrino

Mettiti in testa che coloro con i quali avrai a che fare non ci capiranno nulla di grafica e che è normale che sia così: se qualcuno sceglie te, infatti, è proprio perché sei tu “quello che ci capisce”.

Non credere, però, che le tue spiegazioni di natura tecnica possano interessare a qualcuno: sei pagato per lavorare, non per insegnare. Quindi cuciti la bocca e fai solo quel che ti viene chiesto.

5. L’evoluzione tecnologica sarà il tuo peggior nemico

Se decidi di fare il web designer, abituati all’idea che ciò che realizzerai dovrà vedersi perfettamente come minimo su desktop e smartphone, nonché su tutti i browser più diffusi.

Quando iniziai a lavorare io, gli smartphone non c’erano ed esisteva un unico browser: (quella mezza ciofeca di) Internet Explorer.

Ad oggi, come tu stesso puoi vedere, la situazione è molto diversa: non solo è aumentato il numero di dispositivi attraverso i quali ci si collega ad Internet, ma ne vengono immessi sul mercato di nuovi quasi ogni settimana ed i browser si aggiornano di continuo.

Inutile, quindi, che ti specifichi che dovrai stare dietro a tutti questi cambiamenti, aggiornando costantemente i tuoi progetti affinché siano sempre perfettamente compatibili.

Tanti auguri, ragazzo mio.

Fate l’amore, non fate la grafica

Prima di salutarci, vorrei vi sia ben chiara una cosa: non ho scritto questo articolo con l’intenzione di far apparire il lavoro di Web e Graphic Designer come il più brutto del mondo.

Il mio obiettivo, piuttosto, era quello di mettere in guardia coloro che hanno deciso intraprendere questo durissimo percorso e che, talvolta, non sembrano esse molto preparati.

Ciò non toglie, comunque, che veder pubblicato online qualcosa che è frutto del proprio lavoro rappresenti una soddisfazione enorme, la quale ripaga (o quasi) di tutti i sacrifici fatti.

Detto questo, siete liberi di fare la vostra scelta. In bocca al lupo.

Alla prossima!


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Simone Bennati

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16 risposte

  1. Giorgia ha detto:

    Ottimo articolo. Voglio condividere anche la mia, però, di esperienza… visto che, come sai già, condividiamo interessi/professione e anche parte del percorso.

    Io non mi sono trovata male, con la grafica in generale. Posto che tutti i punti del tuo discorso siano realistici e molto attuali, le scappatoie esistono sempre e richiedono (OVVIAMENTE) quel minimo di intraprendenza (bisogna procacciarsi i clienti), conoscenza (padroneggiare l’inglese aiuta MOLTISSIMO), coraggio (bisogna saper mandare a fanculo la gente, nel modo più educato possibile, quando è il caso).

    Ci vogliono almeno 8, 10, 15 anni per arrivare a distinguere (e non è una scienza esatta) un lavoro comodo da uno scomodo. A volte, un logo pagato 500 euro può essere scomodo (perché riconosci nel cliente una certa tendenza a rompere gli zebedei, o hai il dubbio che possa non pagarti, o ha pretese fuori dall’universo… e allora sai già che perderai due mesi su una cosa che copre il tuo sostentamento per due settimane); a volte, un volantino pagato 50 euro può essere comodo (sai che il cliente si fida, ti apprezza, si lascia guidare e in un’ora avrai finito).

    In realtà non è detto che tutti quelli che si apprestano a fare grafica siano anche predisposti all’imprenditoria e al lavoro freelance, questo è chiaro. E, ovviamente, non consiglierei mai a nessuno di andare a lavorare come scimmietta in un’agenzia. Mi spiace, ma non è proprio praticabile: full time o anche oltre (‘dobbiamo consegnare!’/’Siamo una grande famiglia’), 500 euro al mese, senza mai vedere il proprio lavoro riconosciuto e senza potersi permettere il lusso di mandare qualcuno a quel paese quando serve.

    Insomma, stringendo: il tuo articolo si applica a tutti quelli che vedono nella grafica la possibilità, come hai giustamente detto tu, di mostrare il proprio estro creativo. E basta. Cioè di fare il lavoro in sé, senza distrazioni, come uno scrittore che si chiude in una baita in montagna per scrivere il suo libro. Purtroppo, questa non è l’epoca giusta per questo approccio, probabilmente in nessun capo, quindi la delusione è in agguato.

    Per chi è pronto, invece, ad autopromuoversi e fare di tutto per ritagliarsi un proprio spazio, quello spazio – prima o poi – arriva.
    Io, la gavetta, l’ho fatta a modo mio. Online, su quei siti che ti pagano da fame (ma ti permettono di agganciare clienti), su getafreelancer, su logotournament… ovviamente tutto rigorosamente in inglese. E poi ho lavorato, ho lavorato bene.

    Poi però ho capito che come grafica non sono un granché, e ho ricominciato tutto da capo in un altro settore. Ma questa è un’altra storia.

    Baciuzzi.

    • Simone Bennati ha detto:

      Cara @disqus_cT6T7EWD4w:disqus,
      ammazza che rossetto rosso che c’hai in questa foto, oh! So’ rimasto abbagliato! 😀

      Cazzate a parte… Tutto quello che dici è vero, a parte il fatto che “come grafica non sei un granché” (Ma smettila… :P).

      Tra il lavoro in agenzia e quello come freelance ci sono le dovute differenze e sta al singolo scegliere quale delle due modalità si sposa meglio con il suo modo di interpretare la vita professionale.

      Tu che mi conosci bene sai qual è stato il mio percorso e quali i miei “passaggi di stato”. Se ormai da anni ho scelto di “fare la scimmietta” è perché ho deciso di liberarmi di un TOT di incombenze (necessarie ma fastidiose) tipiche del lavoro di freelance e che, per quella che è la mia mia personalità, gravavano un po’ troppo sulla mia stabilità mentale, peggiorando la qualità del lavoro. Sono uscito da un circolo vizioso, insomma, che suppongo mi avrebbe portato umanamente e professionalmente sempre più in basso.

      Questo non significa che oggi ho raggiunto la pace de sensi, ma semplicemente che, una volta intrapreso questo percorso, ho deciso di adattare lui a me e non il contrario.

      Evidentemente, però, e me accorgo comunque dopo X anni, anche questa condizione comincia ad andarmi stretta. Questo blog, non c’è bisogno di dirlo, ne è la prova: i post in cui parlo di grafica, guarda caso, si contano sulle dita di una mano 🙂

      Il fatto è che se hai una fortissima motivazione puoi arrivare ovunque, ma se manca quella, presto o tardi te ne accorgi e lì devi augurarti di avere ancora la possibilità di ricominciare. Un po’ come hai fatto tu e un po’ come (forse) un domani farò anche io.

      Solo che io, piuttosto che continuare a smanettare sui pc, vado a vivere in campagna e mi apro un agriturismo! 😀 (Che ovviamente avrà un sito bellissimo… ù.ù)

      Grazie per essere passata di qui, ciaciona :*

  2. Mimma Rapicano ha detto:

    Ciao Simone, e qui mi prendi in pieno e non posso far altro che raccontare la mia di storia? hai tempo? sarò breve.

    Allora, io di anni ne ho 47 (ben portati ovviamente), più di 20anni di esperienza nel settore della grafica (il mio pane quotidiano). Dopo il diploma ho avuto la fortuna di fare uno stage in un'agenzia di pubblicità napoletana (allora molto importante). Un'infermo!

    Mi misero a fare le fotocopie e nemmeno mi spiegarono come funzionasse quella macchina infernale (io e lei, volevo piangere). Dopo qualche giorno, timidamente dissi che volevo fare qualcosa di grafica. "Bene!" mi rispose seccato l'art director "ecco un logo da fare per un'azienda vinicola". Il nulla , nessuna info in merito. Feci il logo, lavorandoci giorno e notte, lo consegnai. Quello stronzo (scusa, ma ci vuole) prese le mie bozze e me le buttò praticamente in faccia "Dove hai copiato?". Balbettai arrabbiatissima, NON avevo copiato affatto. Insomma per non fartela lunga me ne andai, non terminai lo stage. Prima di andarmene l'ultima chicca "TU NON SEI PORTATA PER LA GRAFICA, NON FARAI MAI QUESTO MESTIERE".

    Una cosa terribile da dire ad una giovane e fragile 20enne. Mi sono arresa? Ho cambiato idea? NO, per nulla! Cazzo, mi son detta questo stronzo non l'avrà vinta.

    Cosa ho fatto? mi son messa a studiare, ho divorato libri, li compravo con la mia paghetta settimanale.

    Poi ho avuto la fortuna di incontrare le persone che hanno creduto in me e di "lavoretto" in "lavoretto" ho potuto imparare tanto.

    Sì è come dici tu, NON è un mestiere facile questo, non siamo artisti, non creiamo opere d'arte, il nostro mestiere è architettura visiva. Bisogna saper tirare su i pilastri che devono reggere tutto l'edificio-grafico.
    Bisogna capire e guardare le forme, i colori, accarezzare le parole che sono importanti quanto un cerchio o un quadrato.

    Io adoro questo mestiere, non riuscirei a fare altro nella vita, ma vedo troppa arroganza nei ragazzi che si affacciano nel mondo della grafica. Io ho iniziato (e continuo) con la vecchia e cara matita un foglio bianco e tanti libri sparsi per la scrivania.

    Ho avuto la fortuna di conoscere un tipografo che quando portavo un lavoro da stampare, mi accompagnava alle macchine e mi spiegava i vari processi, cosa si poteva fare e cosa no. Insomma un vero maestro.

    Io consiglio ai giovani di studiare, di leggere, di alimentare e nutrire la curiosità. Come vedi io continuo a farlo, potrei fermarmi no? Invece mi piace sentire la meraviglia, sempre.

    Qualche anno fa mi arriva un sms, oltre agli auguri di buon Natale diceva più o meno così "… e ancora grazie per tutto quello che mi hai insegnato e per la tua pazienza e disponibilità", il più bel regalo di Natale.

    Lo so, non sono stata breve, ma spero mi perdonerai.
    Mimma

    ps: il logo da me creato, in quella prima e terribile esperienza in agenzia, lo hanno poi realizzato, uguale uguale, alla mia proposta. 🙂

  3. FUNemployment ha detto:

    ciao caro @Bennaker:disqus, a parte l’ignoranza di tanti clienti che spesso non sanno quello che vogliono e come dice @disqus_cT6T7EWD4w:disqus bisogna saper anche contraddire, o di tanti capi che sottovalutano in modo incredibile il tuo lavoro, voglio aggiungere anche il motivo 5 per cui non diventare un web designer: i CMS, Tumblr e le app visuali CI RUBANO IL LAVORO!!

    fare un sito ben strutturato e creare loghi è diventata una cosa sempre più semplice e alla portata di tutti viste le nuove tecnologie, a cosa serve commissionare un lavoro se posso farmelo da solo gratuitamente? 5 anni fa si doveva andare ancora a manella con codici su codici, ma già Joomla per quanto macchinoso permetteva di farsi da soli un sito professionale e non c’era l’incubo cellulare e usabilità, ora con WordPress sono tutti capaci di farsene uno, per quanto riguarda i blog invece Tumblr, Blogspot e altre piattaforme fanno il resto.

    template già fatti, loghi già fatti, editor visuali in cui si cambiano solo posizioni e colori (guarda quel polmone di One and One, costosissimo tra l’altro), il tutto sempre con materiale aggiornatissimo e responsive, quindi che non ci porta a impazzire: non meravigliamoci se anche quelli che hanno studiato per 10 anni si mettono le mani nei capelli, e soprattutto……… non meravigliamoci se un cliente o un datore di lavoro rifiutandosi di pagarci prima o poi ci dirà FARE UN SITO? CHE CI VORRA’ MAI???

    che fare il falegname sarà stata la strada maestra? chissà

    • Simone Bennati ha detto:

      Ciao a te @FUNemploymentIT:disqus 🙂

      Ti do piena ragione per quanto riguarda la facilità con la quale è ormai possibile realizzare un elemento grafico o addirittura un’intera struttura, come quella di un sito. Ciò che però mi fa ancora dire che il nostro lavoro ha un senso e fa la differenza è che:

      a) Tanto i tool quanto i CMS sono strumenti che comunque vanno saputi utilizzare. Distruggere un sito installando il plugin WordPress sbagliato, ad esempio, è un attimo. Così come è necessario “occhio” per scegliere i plugin giusti e personalizzarli in base alle esigenze del cliente/capo. Un’operazione che può richiedere ore e che non è alla portata di tutti.

      b) La conoscenza della teoria, tanto del semplice “graficare”, quanto del “coddare”, è un qualcosa che ci appartiene e che ci rende consapevoli di ciò che facciamo. Un web designer degno di questo titolo non mette le mani a casaccio sul codice, così come un grafico non realizza un logo “a suo gusto”, ma prima di tutto segue ciò che la teoria gli ha insegnato in merito all’accostamento dei colori, al loro significato, etc. etc.

      Per questo, dico, che affidare un lavoro ad un grafico e/o ad un web designer ha ancora un senso. Qualità e competenza, figlie di anni di studio e di esperienza, checché se ne dica non si trovano per strada.

      Grazie per il commento 🙂

  4. apuasc ha detto:

    che sfiga proprio adesso che ho quasi finito il corso di grafica e web design leggo questo articolo e va be, comunque spero che si trova lavoro e più o meno mi aspettavo che fosse cosi ma mi va bene lo stesso non mi interessa diventare un artista o famoso.

    • Simone Bennati ha detto:

      Ciao @apuasc:disqus,
      sono passati 9 mesi dal tuo commento (lo so, il mio tempismo fa schifo), e mi auguro che ad oggi tu abbia trovato un lavoro che quantomeno ti soddisfi e premi le tue conoscenze.

      Se mai dovessi leggere questa mia risposta, aggionami 🙂

      • apuasc ha detto:

        ciao non ho trovato niente ho fatto un altro corso di tecnico di manutenzione e installatore reti locali e ho finito anche quello ma non trovo niente, forse ho sbagliato a fare il liceo e a perdere anni all’università, che poi non ho finito. Ormai sono andato.

        • Simone Bennati ha detto:

          Nah, non dire così. Non ti scoraggiare! Anche se capisco che è dura.

          Senti, ti giro un paio di link che magari ti possono essere utili…

          Non ho avuto modo di approfondirli, ma mi sono stati girati a mia volta da un caro amico, il quale, dopo aver vissuto una fase come la tua, grazie alle realtà qui illustrate adesso sta studiando e lavorando.

          Magari trovi qualcosa che fa al caso tuo…

          http://www.sistemaits.it
          http://www.itsincom.it

          Mi auguro ti siano utili! 🙂

  5. fmd ha detto:

    Ciao Simone,

    Rifaresti la stessa scelta che hai fatto (intraprendere il percorso come grafico)?
    Io ho pure studiato per farlo (Design della comunicazione, Politecnico di Milano) e credo di essere arrivato a quel punto di “ma perchè l’ho fatto” al quale sei approdato anche tu (mi pare di capire leggendo tra i commenti, più o meno sottilmente).

    Più che altro forse non riesco a gestire la consapevolezza di essere un ingranaggio (un “operaio”, come tu l’hai magistralmente definito) che deve subordinare il proprio gusto a quello del cliente, seppure non educato in tale contesto, solo perchè è quello che sborsa i soldi e quindi ha il coltello dalla parte del manico.

    Non è una questione di egocentrismo, piuttosto il notare che, per dirne una, nessuno potrebbe mettere in discussione l’operato di un medico o di un ingegnere, perchè basato su competenza tecniche e “oggettivate” (meglio dire scientifiche?), non acquisibili se non attraverso tali percorsi formativi.

    Fare grafica e più in generale design, invece, si basa su una percezione personale, sia in termini di gusto che di funzionalità, e questa è un’area grigia che -temo- ben si presti a brutte sorprese e/o frustrazioni. Alla fine della fiera, in tutta questa “ambiguità” temo che ciò che prevale sia la capacità di 1) brandizzare sè stessi e 2) per riflesso, usare questa posizione di prestigio/reputazione (reale o percepito) per convincere un cliente della bontà dei propri lavori.

    Sarei molto interessato di sentire cosa ne pensi in riguardo. Mi auguro che tu ti imbatta in questo commento.

    Ti ringrazio per il tuo articolo, ha dipanato (e confermato) alcuni miei dubbi.
    F

    • Simone Bennati ha detto:

      Ciao @disqus_ZkgqWPxgSL:disqus,
      la tua storia, se vogliamo, è anche più incasinata della mia, nel senso che il tuo percorso di studi è stato ben più sostanzioso se paragonato al mio.

      Magari sembrerò esageratamente spietato, ma l’esperienza che ho accumulato e lo spirito di osservazione che mi accompagna mi stanno suggerendo quello che hai già da solo intuito: lavorare non basta, e non basta neanche farlo bene.

      Mi spiego…

      Ad oggi, specialmente se si lavora in ambito digital, è necessario “elevarsi”, nel senso di ricavarsi un proprio spazio comunicativo all’interno del quale esprimere tutta la propria professionalità. Se hai dei progetti che desideri portare avanti parallelamente al lavoro, ma sempre riguardanti l’ambito del design e della comunicazione, fallo! Non attendere oltre e, soprattutto, racconta nel modo che preferisci agli altri quello che fai, come lo fai e perché lo fai. Soltanto questo ti potrà dare la visiblità che cerchi e che, un giorno, potrebbe portarti ad avere soltanto i clienti che vorresti, non quelli che capitano.

      Questo blog è per me “il mio spazio comunicativo”, all’interno del quale riverso, sviluppo e racconto tutto quello che piace fare a me, nel modo in cui mi piace farlo. Senza vincoli o costrizioni di sorta. Il risultato è che, dopo 2 anni e mezzo che scrivo, si cominciano a vedere le prime avvisaglie di un futuro professionale diverso e migliore. E, lo so, 2 anni e mezzo possono sembrare un’enormità, ma io sono procedo con estrema lentezza ed utilizzo un mezzo per comunicare ormai “schifato” dalle masse: la scrittura. Quindi doppia fatica per me. Tu, se ti trovi meglio ad esprimerti in altre maniere, potresti ritrovarti nella mia stessa situazione di oggi in meno della metà del tempo.

      Suggerimento “di cuore” finale: il lavoro porta soldi, tutto il resto porta soddisfazioni. Non tentare di mescolarli prima del tempo perché rischieresti solo di vivere molto, molto male. Soldi dillà, soddisfazioni di qua. E vai avanti così a testa bassa.

      In bocca al lupo 😉

  6. Edgar Maccarelli (eddystrip) ha detto:

    io ho 21 anni e sto facendo una carriera della madonna grazie alla grafica vi starete chiedendo quanto guadagno beee molto è tutta questione di bravura e farsi valere, date retta a me ma quale operaio della grafica se ti vai valere e hai le palle ti pagano bene ovvio devi avere buon gusto e raffinatezza chi ha scritto quel messaggio aveva poche palle ve lo dico io ciao

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