Perché rifiutare lo scambio di “Mi piace” su Facebook

Perché rifiutare lo scambio di "Mi piace" su Facebook

“Se metto like a te, tu metti like a me?”

Ieri pomeriggio, poco prima di abbandonare l’ufficio, mi sono letto questo articolo di Sonia Calamiello riguardante uno dei fenomeni social più diffusi: lo scambio dei “Mi piace” su Facebook.

Da quando la piattaforma di Mark Zuckerberg è venuta alla luce, infatti, quella di “scambiarsi i like” è una delle pratiche “social” più gettonate, specie tra gli utenti che desiderano vedere aumentare rapidamente la visibilità delle Pagine di cui sono amministratori.

Il problema è che, dando vita allo scambio di “Mi piace”, non solo non si ottiene alcun risultato nel breve termine, ma si rischia di rovinare irrimediabilmente il potenziale della Pagina.

In questo articolo, dunque, vorrei condividere con voi il mio punto di vista su questa “moda”.

Like 4 Like? No, grazie. Io Facebook lo so usare

Certi meccanismi legati alla visibilità sono noti e arcinoti e sono certo che sarà capitato anche a voi di sentirvi rivolgere la domanda: “Se io metto like a te, tu metti like a me?”

Ebbene, se mai dovessero farvela nuovamente, ricordatevi di una cosa: gli unici “Mi piace” veramente utili ad una Pagina, sono quelli che si sono saputi guadagnare. Punto.

Il perché è presto detto: un “Mi piace”, per quanto “semplice”, rappresenta l’apprezzamento di colui che lo appone e che, proprio per questo, decide di intraprendere con voi (o meglio, con la vostra Pagina) un percorso fondato sull’interesse verso i vostri contenuti.

Ne consegue che, scambiandosi i like, non si fa altro che costruirsi intorno un pubblico “finto”, in quanto formato da utenti diventati fan solo perché spinti dal mero ritorno personale.

Stando così le cose, scambiarsi i “Mi piace” è o non è la più grossa cazzata che si possa fare?

Meno pollici in su, più diti medi

Alla luce di quanto abbiamo appena visto, lo scambio di “Mi piace” su Facebook non solo risulta inutile, ma è anche uno dei torti più grandi che si possano fare alla propria Pagina.

E se le mie parole non fossero comunque riuscite a convincervi, state sicuri che ci penserà l’algoritmo di Facebook a farlo. E sarà decisamente molto, molto meno comprensivo di me…

Alla prossima!


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Simone Bennati

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11 risposte

  1. Elisa Clementi ha detto:

    Questo succede anche quando inviti i contatti con il “Invita gli amici” e iniziano i messaggi privati in stile -> Io like a te e tu Like a me…<- Io invito, se ti piace quello che c'è nella mia pagina metti il Mi piace altrimenti fai a meno.. o no? Ho tipo 2'000 inviti a pagine in sospeso, se li accettassi tutti avrei la home invasa credo..

    • Simone Bennati ha detto:

      E tu non cagare nessuno, a parte quelli che ti propongono cose che ti interessano veramente 🙂

  2. squeeze ha detto:

    «Il post “How to tweet with your big hat” ha ricevuto 30.842 visualizzazioni e un tasso di engagement del 78%» (Mashable).

  3. Massimo ha detto:

    Sempre colorito il nostro Bennaker:)..condivido la frustrazione sui amici, parenti ecc.. Sono domande che mi sono posto un sacco di volte e sicuramente come dici tu bisogna lavorarci per nn prendersela…non nego tante volte di averne parlato anche con gli amici…sicuramente è chiaro che la gente su FB tendenzialmente preferisco cazzeggiare e farsi due risate e tendenzialmente gli apprezzamenti se arrivano, arrivano da “fuori” ma è innegabile che soprattutto nella fase iniziale è un classico chiedere supporto agli amici per sostenere e condividere in modo da allargare il cerchio…
    Un pò ridicoli in effetti gli sconosciuti (spesso stranieri) che ti followano e poi ti mando il msg privato per chiedere di mettere il mipiace…ecco questo non l’ho mai fatto:)

    • Simone Bennati ha detto:

      Ciao Massimo,
      condivido con te il punto di vista sull’aiuto in fase iniziale, qualcosa che io stesso, quando mi trovo nella condizione di offrire, offro. Il fatto è che le cose andrebbero fatte “con il cuore” e non perché “te lo chiede un amico”. Quando ho dato vita a questo blog, non ho chiesto un cazzo a nessuno. O meglio, ho scritto un po’ di post, ho curato la grafica e poi l’ho buttato nella mischia social senza dire niente a nessuno. “Amici” si sono accorti dopo mesi che ero io a scrivere -.- Questo dimostra che, comunque, è l’argomento il vero “materiale” di cui sono fatti i legami tra le persone nel web. Il sangue, l’amicizia, il condividere degli spazi fisici e del tempo nella “vita vera” contano poco.

      Quelli di Twitter che fanno così lasciali perdere: sono dei poracci, come dicono in Alsazia 😉

      Grazie per aver letto anche questo post,
      a presto!

  4. Cronache Esoteriche ha detto:

    Mi riconosco molto. Anche a me capita di vedere condivisi i miei contenuti da pochissime persone nella mia cerchia e di rimanerci male, ma non mi sono mai offesa, penso anche io non mi sia dovuto, ma il mio cuore no, ci resto male tutte le volte.

    Altra considerazione, io uso facebook e twitter per scoprire cose e magari imparare, non immaginavo esistessero altri motivi… sarà che ho un cellulare preistorico e su internet ci lavoro perciò per farmi due risate vado a bere una birra con gli amici o faccio i panzerotti e li invito a casa mia. Comunque bel post, mi ha tirato sul il morale, dato che sono depressina in questo momento, ogni tanto capita pure a me.

    • Simone Bennati ha detto:

      Ciao @cronacheesoteriche:disqus,
      sono contento che questo post, oltre a fornirti uno spunto di riflessione, ti abbia anche tirato su di morale 🙂

      Il fatto di rimanerci male è un qualcosa che, per fortuna, con il tempo tende a scemare o comunque a diventare “ordinario”, nel senso di “fare l’abitudine a rimanerci male”. Anzi, ti dirò di più: nel caso in cui l’intensità del rimanerci male fosse costante nel tempo, consiglio di sfruttarlo a proprio vantaggio, ovvero come spunto per dare ancora di più e cercarlo di fare ancora meglio. Di fronte ad una continua proposta di contenuti di valore, sono sicuro che anche i più restii e distratti possano cedere 😉

      Un abbraccio e grazie per essere passata di qui!

  5. FUNemployment ha detto:

    ciao @Bennaker:disqus su Facebook i like te li sudi molto più dei follower di Twitter, molto più facili da ottenere ma anche molto più volatili, ma entrambi sono attraversati da un pensiero comune: follow = follow, mi piace = mi piace. è largamente pensato, in quanto se poi ti ritrovi a togliere un mi piace o a defolloware qualcuno ecco che anche te ti ritrovi con un like o un follower in meno. che sia largamente pensato NON è detto che sia giusto, infatti se io seguo qualcuno è perchè è particolarmente interessante, se lui mi segue è perchè pensa lo stesso di me, se io NON seguo qualcuno che mi segue è semplicemente perchè non mi interessa, scrive cose che non c’entrano nulla col mio campo o, molto più spesso, è un profilo/pagina poco affidabile. il nostro endorsement ce lo sudiamo, come gli altri si devono sudare il loro, ma questo in pochi lo sanno. grande post al veleno!

    • Simone Bennati ha detto:

      Ciao @FUNemploymentIT:disqus,
      adotto la tua stessa politica e, ti dirò di più, mi vengono i 5 minuti quando qualcuno si risente per il mio non corrispondere l’interesse.

      Come giustamente fai notare, la cultura del “ricambiare il favore” è piuttosto diffusa e, dal quel che ho notato, non accenna minimamente ad essere abbandonata. Poco male: questo non significa assolutamente che si debba adeguarsi, ma anzi, fa sì che si possano distinguere ancora meglio coloro che agiscono seguendo un criterio meritocratico/qualitativo da coloro che, invece, “fanno le cose tanto per spirito di gruppo”.

      Il mio non voleva essere un post al veleno, anche se la definizione certo non mi dispiace, ma semplicemente un modo chiaro e netto per dire “No, io non ci sto!” a queste dinamiche.

      Grazie come sempre e a presto!

  6. Enigmamma ha detto:

    Post molto verace e passionale: mi piace e mi sta capitando proprio in questi giorni una cosa del genere. Ho accettato un, diciamo, “protocollo” di scambio di like su richiesta di una persona vicina. Non sono stata molto convinta, ma ho accettato. Prima, era stato chiesto di condividere (a occhi chiusi) e, ovviamente, mi sono opposta. Il tutto in nome della famosissima visibilità.
    Mi sono ripromessa di cedere a questo genere di giochino solo in questo unico caso, ed ho comunque capito che non c’è verso: è diffusissima l’idea che conti più ciò che si vede rispetto a ciò che veramente è, pure nel caso in cui stai mettendo online te stesso, i tuoi articoli, i tuoi hobby e la tua spensieratezza. Sarà che c’è chi coi like e le marchette ci compra il pane e anche magari la bistecca: non lo so e non mi interessa, fatto sta che rimango abbastanza basita quando mi accorgo che sta cavolo di apparenza ci frega tutti, sempre e ovunque. E alla sostanza, sempre meno attenzione.
    I tuoi post mi piacciono perché fanno sempre (molto) caso a queste mie perplessità. Sei la vocina della mia web-etica.

  7. Laura A ha detto:

    Sono d’accordissimo ? Vogliamo parlare del follow per follow? Ancora peggio ? É la stessa identica cosa dell’aggiungere qualcuno su facebook che poi puntualmente non ti saluta quando ti vede dal vivo ? Concludo dicendo w la sincerità ? Apprezzata di questi tempi!

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