Chi sono gli IGers di Instagram? 5 domande per Alessio Cifani

Chi sono gli instagramers? 5 domande per Alessio Cifani

Buona la prima, ma facciamone comunque un’altra

Nonostante l’immagine sia il tema sul quale ho fondato il mio profilo professionale, non sono mai stato un appassionato di fotografia. Non saprei dire bene perché, ma è così da sempre.

Il buon Alessio Cifani, invece, è uno che con le foto, specialmente su Instagram, “je l’ammolla parecchio” (trad. “Si dà molto da fare”) ed è per questo che, dopo averlo interrogato sul tema della gamification, oggi l’ho voluto di nuovo qui con me per parlare della figura dell’IGer.

Voi lo sapete chi sono e cosa fanno gli IGers di Instagram? Io no! O meglio, credo di non averli inquadrati fino in fondo. Alessio, invece, è membro del gruppo IGers L’Aquila. E quindi…

Se siete curiosi di sapere in cosa consiste essere un instagramer (o “instagrammer”), leggete qui!

Instagram e gli IGers: mettiamoli a fuoco

Ciao, mi chiamo Alessio, ho 32 anni e…

… rispetto all’intervista precedente ho un anno di più! Un anno in cui è successo tanto.

Di base continuo ad interessarmi di giochi, gamification e social media, ma nell’ultimo periodo mi è capitato anche di lavorare nell’ambito della promozione del territorio, cosa che mi ha portato a scoprire un altro mezzo di comunicazione potentissimo: le immagini.

Ho conosciuto, infatti, la comunità abruzzese degli instagamers e ci sono finito dentro con tutte le scarpe. Ne consegue che da qualche tempo mi trovate su Instagram sia come @ilcif, sia come @igers_laquila, account che gestisco assieme alla mia collega @aailaar.

Instagram e gli IGers: un mondo che mi è quasi del tutto sconosciuto e riguardo al quale mi piacerebbe tu mi istruissi. Prima, però, voglio condividere con te quella che è l’immagine che ho io degli instagramers…

L’instagramer è per me uno che passa tutto il giorno a farsi i selfie, nonché a fotografare robba da magnà, gatti, panorami e tutto ciò che secondo lui merita di essere immortalato e condiviso, compreso il dettaglio in controluce del dado di pelo che tiene appeso allo specchietto retrovisore della Panda. Cosa c’è di vero in questa mia visione e cosa no?

C’è tanto di vero, ma bisogna fare dei distinguo. Ad esempio, tu come te li fai i selfie? Come la fotografi la “robba da magnà”? Cerchi sempre lo scatto perfetto o vai di “come viene, viene” ?

Instagram è una bestia strana, un social network basato sullo storytelling visuale e, come tutti gli strumenti digitali, è estremamente democratico: tutti possono scattare foto, ma questo non significa che tutti siano in grado di realizzare belle foto.

Hai colto il concetto di base, ma c’è una differenza abissale tra una foto scattata in penombra, al tramezzino triste, in ufficio e una foto fatta ad un piatto particolare, realizzata con tutti i crismi; la stessa differenza che passa tra una banale foto da cartolina, di fronte ad un monumento, ed una originale, magari perché il medesimo monumento è preso da una particolare prospettiva.

Una foto deve metterti appetito. Deve farti venire voglia di viaggiare, esplorare luoghi nuovi e spingerti a vederli sotto un’angolazione diversa, non portarti a chiudere la app.

Torniamo però al discorso della bestia strana: su Instagram tutto ciò che si può fare è likare e commentare foto. Fine. Non sono ammessi link esterni e la pratica del repost (l’analogo del retweet, non permesso da Instagram, ma possibile con specifiche app) è estremamente limitata.

Di fatto, quando sei su Instagram non hai la possibilità di uscire dalla app, né quella di farti distrarre da elementi che non siano le foto pubblicate da coloro che segui. Stabilito questo, se lo stream di foto che vedi è composto dagli scatti di utenti poco capaci o poco ispirati, è ovvio che penserai che stare su Instagram sia solo una perdita di tempo.

IGers Italia, IGers Roma (che saluto e che scopro avermi bloccato su Twitter) e IGers Milano sono solo 3 dei tanti gruppi italiani che rappresentano la realtà degli instagramers (aka “igers”) nostrani. Da cosa nasce, secondo te, l’esigenza di riunirsi in gruppi di natura territoriale e non, ad esempio, tematica? Perché esiste IGers Pescara, ma non “Instagramers Panorami” ? Non avrebbe forse più senso se gli igers si riunissero sotto etichette indicanti il tema portante degli scatti realizzati?

Devo darti una brutta notizia: esistono community tematiche che si riuniscono sotto particolari hashtag. La mia preferita è #igersnintendo, dove trovi solo immagini legate al mondo dei videogiochi, delle action figure e dei gadget legati alla Nintendo.

@8bit_explorer congratulations winning photo of the day ? #igersnintendo #nintendo Una foto pubblicata da Igersnintendo (@igersnintendo) in data:

In realtà esistono una miriade di comunità verticali: da gente che fotografa solo culi, agli appassionati del bianco e nero. È che, come hai detto prima, le foto si collocano particolarmente bene nella comunicazione in ambito turistico ed enogastronomico e in entrambi i casi c’è una forte connotazione territoriale. Ecco perché le community più forti e popolate sono quelle locali.

Ho visto che spesso e volentieri vengono organizzati dei meeting tra instagramers, ovvero i cosiddetti “Instameet”. Qual è lo scopo di questi raduni, oltre a quello di conoscersi personalmente, e quali attività vengono svolte nel corso degli stessi?

Conoscersi, fare rete, scambiarsi idee e consigli. La mobile photography nasce come attività dinamica e non la puoi certo fare dentro casa, quindi gli instameet vengono organizzati in posti che meritano di essere fotografati. Già questo basta per volerci essere. Se poi a partecipare c’è qualcuno dalla spiccata creatività, allora possono venire fuori scatti di particolare impatto visivo.

Gli Instameet sono, in poche parole, “i flash mob degli IGers”.

Domanda secca: come si guadagna da vivere un instagramer? O meglio, è possibile fare l’instagramer di professione? Conosci qualcuno (anche senza fare nomi) che è pagato per fare foto e pubblicarle su Instagram utilizzando il proprio profilo o quello di terzi?

Come si guadagna da vivere un IGer? Con un lavoro.

Un instagramer è un appassionato di mobile photography. Lo facciamo per divertimento, per guadagnare like, per i follower, ma non siamo fotografi. O almeno, io  non sento di avere le capacità e le competenze di un fotografo professionista. Ciò che faccio, dunque, è semplicemente assecondare il mio senso estetico (anche abbastanza primitivo, tra l’altro).

Qualcuno che fa il salto, studia e diventa un fotografo c’è, ma di base non c’è alcuna intenzione di sostituirsi ai professionisti.

Capita che gli instagramers con molti follower ricevano omaggi o, come accade ai blogger, vengano invitati a partecipare a specifici blog tour in cambio di qualche foto, ma sinceramente non conosco nessuno che sia riuscito a trasformare Instagram in un lavoro.

Ora è tutto più chiaro

L’intervista si conclude qui e con essa il nostro viaggio all’interno del mondo degli IGers.

Pur essendo iscritto da tempo, il mio profilo Instagram non brilla certo per la frequenza con la quale lo aggiorno. La parola continua ad essere per me il mezzo attraverso il quale riesco ad esprimermi meglio, ma non per questo disdegno l’approfondimento di altri canali d’espressione.

Ringrazio dunque Alessio per avermi chiarito le idee e mi auguro sia stato lo stesso per voi.

Alla prossima!


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Simone Bennati

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Una risposta

  1. FUNemployment ha detto:

    Instagram è un ottimo strumento complementare, da solo non riuscirà a dare un lavoro ma darà comunque valore aggiunto alle proprie attività, con uno storytelling visuale ben costruito e che incuriosisca coinvolgendo. democratico ok, ma c’è instagramer e instagramer. ottima intervista, chiara e precisa, buona giornata cari Simone e Alessio!

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