Facebook Live: “Peppino è in diretta ora!”. E ‘sticazzi?
Il futuro della comunicazione è nei video (?)
Consapevole di aver scelto un titolo che, data la sua volgarità, renderà questo articolo pressoché incondivisibile, vorrei comunque spendere due parole sulla questione dei video in diretta, ovvero quella tipologia di contenuto che, stando al parere di molti “esperti del settore”, rappresenta attualmente il futuro della comunicazione.
Un punto di vista, questo, che condivido soltanto in parte, in quanto sono fermamente convinto del fatto che, per come è fatta la Rete, la forma scritta risulterà ancora per lunghissimo tempo quella con il miglior rapporto tra facilità d’uso e trasmissione e capillarità di diffusione.
Come solito, però, la mia opinione conta meno di zero. Indi per cui lascio spazio al racconto di quella che è stata la risposta del pubblico nel momento in cui ho deciso di porre la questione…
Scusi, me lo fa rivedere? [cit.]
Ormai credo l’abbiate capito: pur non avendo la possibilità di effettuare indagini su larga scala, ogniqualvolta un argomento che interessa il web e le masse diventa caldo, il mio primo obiettivo è quello di andare a verificare quale sia l’opinione delle masse stesse, o quantomeno quella di coloro che riesco a raggiungere attraverso il mezzo telematico.
Ecco perché, in occasione dell’apertura delle dirette video a tutti gli utenti di Facebook, ho deciso di lanciare e diffondere l’ennesimo sondaggio. Un’iniziativa, questa, finalizzata a capire quanto effettivamente l’utenza sia interessata a questo tipo di contenuti e perché.
Ho cercato, quindi, di porre la domanda nel modo più semplice e diretto possibile, ovvero:
La risposta più quotata, come si può ben vedere, è “Non me le inculo di pezza”, il che, lo dico per tutti i non romani, tradotto in italiano significa: “No, non mi interessano minimamente”.
WOW. Abbiamo una maggioranza assoluta, ragazzi.
Fermi un attimo! E QUELLO COS’È ???
Prima di passare all’analisi dei risultati, della quale forse non ci sarebbe neanche bisogno, vorrei concentraste la vostra attenzione su di un piccolo-grande dettaglio, ovvero sulla quantità di utenti che, tra le 4 opzioni da me proposte, ha scelto la 4°, ovvero “Non sono su Facebook”.
Osservate quel 26%, pari a circa 80 utenti, e ditemi: è o non è un dato sorprendente?
Mi rivolgo in particolare agli imprenditori e, in generale, a tutti coloro che intendono sfruttare i social network al fine di promuovere la propria attività: vi rendete conto che, per quanto si continui a dare Twitter per spacciato e Facebook come unica piattaforma utile alla promozione, 1 utente su 4 sta sull’uccello e non si fila Mark?
Io non me ne intendo di grandi numeri, ma, alla luce di questo dato, non credo si possano ancora classificare gli utenti di Twitter come una “trascurabile minoranza” in quello che è il mare magnum delle piattaforme social. Per non parlare, poi, di tutti quelli che sono su entrambe…
Facebook Live: ja fa o ‘gna fa?
Chiusa la parentesi sui “ribelli del social”, focalizziamoci, ora, sull’argomento centrale di questo post, ovvero l’interesse del pubblico nei confronti delle dirette video di Facebook.
Credo che a molti di voi sarà capitato, specie nel corso degli ultimi 30 giorni, di ricevere una notifica del tutto simile a quella che ho riportato nel titolo, ovvero “Tizio è in diretta ora”.
Ebbene, fate mente locale e, ad esclusione della prima volta, figlia di una naturale curiosità, ditemi quante altre avete accettato di procedere alla visione di una diretta e quante, invece, avete preferito continuare a fare quel che stavate facendo, per quanto noioso fosse.
Se siete come me, superata la curiosità iniziale, del fatto che Peppino, Guglielmo e Genoveffa fossero in diretta non ve ne è potuto fregare di meno e non ve ne frega tutt’ora. Anzi, se siete molto-molto-molto come me, ovvero delle bruttissime persone, avete addirittura scelto di interrompere la ricezione di tali notifiche, colpevoli di suscitare anche un certo fastidio.
Perché Gianni è Gianni, e noi non siamo un cazzo
Andando a scandagliare quelli che sono i motivi che possono spingere un utente a non interessarsi alle dirette video, il primo che mi viene in mente è il fatto che non siamo tutti Gianni Morandi, nel senso che, se il nostro amico Andrea passeggia per il centro di Milano e ce lo vuole mostrare, è normale che non ce ne importi un accidente, perché Andrea non è Gianni Morandi.
A rendere affascinante un Gianni Morandi che svolge un’attività banale, come lo è scendere a pisciare il cane, è il fatto che il protagonista dell’azione sia proprio Gianni Morandi. Punto.
Se invece a scendere a pisciare il cane è un Andrea qualsiasi, la banalità della situazione si somma all’irrilevanza della persona, dando così luogo ad un mix totalmente trascurabile, perdibile, “sticazzabile”. Talmente sticazzabile che persino continuare a lavorare è più allettante.
Al 55% delle persone che vi seguono su Facebook non frega un cazzo se state facendo il pic-nic a Villa Ada con la vostra famiglia o state andando a mangiare il gelato con la fidanzata.
Sono entrambe situazioni banali, svolte da persone qualsiasi. Quindi chissenefrega! O no?
Non è mai lo strumento, ma come lo si usa
Mi rivolgo, ora, a tutti coloro che credono nelle potenzialità delle dirette su Facebook e vogliono investire in questo strumento, magari per fare un po’ di Personal Branding.
Le possibilità che avete sono soltanto tre:
- Diventate famosi per qualche motivo (anche un motivo del cazzo, tanto dei 7 miliardi che siamo, quelli veramente esigenti sono pochi)
- Vi inventate un modo per risultare appetibili, come il fare cose eccezionali, visitare luoghi straordinari (il centro di Milano e Villa Ada no, dunque)
- Sfruttate il fattore gnocca (le scimmie lo apprezzeranno, gli altri non so)
Insomma, non fate l’errore di credere che un video come questo meriti l’attenzione degli altri…
Normalità e protagonismo non vanno d’accordo
Prendete nota di quanto sto per dirvi:
Quel 55% che non si incula di pezza le dirette di Facebook non lo fa soprattutto perché, se desiderasse veramente vedere gente normale che fa cose normali in luoghi normali, non dovrebbe far altro che staccare gli occhi dallo smartphone e guardarsi intorno.
Ecco il secondo motivo per il quale, sempre a mio avviso, strumenti come Facebook Live, Periscope e Meerkat non possono rappresentare il futuro della comunicazione: perché non sono alla portata di tutti, nel senso che, per essere realmente efficaci, è necessario che ad utilizzarli sia qualcuno che fuoriesca totalmente dalla normalità, dimostrado così di saperci fare.
E, si sa: quelli che ci sanno fare sono e saranno sempre la minoranza.
Saluta, Antonio!
Immagine di copertina tratta da zerokproductions.com.au
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Nooooo, e dire che stavo pensando di approdare su Facebook proprio per deliziare le genti con la mia routine mattutina 😛
Niente, vuol dire che continuerò a
tormentaregratificare soltanto il popolo di Twitter.Zuckerberg, non sai quel che ti perdi 😀
Ahahah! Grande 😀