Può un Social Media Manager offrire garanzie di risultato?

Può un Social Media Manager offrire garanzie di risultato?

Questa trattativa non s’ha da fare!

Per quanto detesti i titoli strutturati a mo’ di domanda, questa volta non riesco proprio sottrarmi. E non lo faccio certo per una banale questione di SEO.

La verità, infatti, è che l’argomento di cui desidero parlarvi oggi è piuttosto delicato, quindi è mio dovere cercare di essere il più chiaro e diretto possibile.

Mettetevi comodi, fate un lungo respiro e raccogliete tutta la concentrazione e il sangue freddo che avete in corpo. Stiamo, infatti, per attraversare un terreno spinoso e impervio: quello delle trattative tra cliente e Social Media Manager.

C’è una sola certezza nella vita…

Purtroppo o per fortuna, quando si parla di lavoro, soldi e risultati, c’è una parola che salta fuori in modo quasi sistematico: garanzia. O meglio, garanzie. Al plurale.

Sì, perché, quando ci si trova a valutare la fattibilità di un investimento, colui che è deputato a tirare fuori i soldi vuole sentirsi dire una cosa soltanto: che quei soldi non solo gli ritorneranno indietro, ma lo faranno in una quantità che sarà due, cinque o addirittura dieci volte superiore. Meglio ancora se in tempi rapidi.

Magari credete che mi riferisca a individui particolarmente avidi o dal braccino corto, ma non è affatto così. Dal mio punto di vista, infatti, questo desiderio è del tutto umano e comprensibile, nonché facilmente spiegabile.

Le menti semplici ragionano a mele

Per capire il motivo per cui molti si aspettano che un investimento X produca un ritorno di un certo tipo, dobbiamo rifarci ai ragionamenti che noi stessi facciamo quando, ad esempio, andiamo a comprare la frutta al mercato rionale. Se, infatti, il cartellino dice che le mele costano 1€ al kilo, vien da sé che con 10€ potremo portare a casa 10kg di mele.

Il problema è che le menti più semplici tendono ad applicare il medesimo ragionamento anche a ciò che è estremamente più complesso dell’acquisto di una mela, come la pubblicità su Facebook, Google o altro contesto digitale.

Vi è mai capitato di parlare con un potenziale cliente che, magari ispirato dai risultati di qualche vicino di bottega, se ne è uscito con frasi tipo: “Questo accanto ha detto che co’ 100€ su Facebook je sò arrivati 20 clienti novi. Te me stai a chiede 300€, quindi me ne devi portà almeno 60. Altrimenti lasciamo perde, too dico subito!”?

Ecco a che tipo di individui mi riferisco quando parlo di menti semplici: persone che, non conoscendo la complessità del Social Media Marketing e del Digital Advertising, applicano a queste discipline ragionamenti matematici a dir poco elementari, per poi chiedere al professionista di turno determinate garanzie di risultato.

Se avessi voluto dare garanzie, sarei nato certificato o sigillo

Ora che abbiamo visto qual è la sostanza del problema e chiarito le sue origini, permettetemi di porvi una seconda domanda: voi che vi occupate di promozione sui Social Media, sapendo quali e quanti elementi entrano in gioco nella promozione di un prodotto o servizio (la notorietà del brand e il suo posizionamento; il prezzo a cui il prodotto o servizio viene offerto; la quantità e la qualità delle risorse a disposizione; la dimensione e le caratteristiche del pubblico che si desidera raggiungere; etc.) come rispondete a chi vi chiede delle garanzie sui risultati?

Io, se posso azzardare una breve confessione, mi sono sempre rifiutato di prendermi certi impegni e accollarmi i relativi rischi. Specie le volte in cui a sedere al tavolo delle trattative con me era, appunto, una mente semplice.

Prego, grazie, scusi, tornerò

Posto che il definire degli obiettivi che rispettino il modello S.M.A.R.T. è il primo passo verso la realizzazione di una strategia di comunicazione, spesse volte il mancato decollo di una collaborazione è dovuto al fatto che la richiesta di garanzie non è accompagnata dall’offerta del dovuto supporto.

Tempo fa, ad esempio, mi è stata prospettata la possibilità di collaborare con un brand che avrebbe dovuto esordire nel settore degli elementi di arredo entro la fine di quest’anno. Presa visione delle richieste, colui o colei che si era occupato/a di formularle dimostrava sì una notevole familiarità con il linguaggio economico, ma anche di capirci poco e niente di promozione online e commercio digitale.

Vi basti sapere che, secondo la stessa, a fronte di un investimento in comunicazione di poche migliaia di euro, il marchio in oggetto avrebbe dovuto vendere online poco meno di un prodotto al giorno. E parliamo di prodotti artigianali da centinaia o migliaia di euro l’uno, mica di robbetta da 5€ destinata al mercatino delle pulci…

Io non sono nessuno e molto probabilmente sbaglio a fare quello che faccio, ma in situazioni del genere l’unica cosa che posso garantire è che m’alzo e me ne vado.

Disponibile sì, suicida no.

Alla prossima!


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Simone Bennati

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