Invece di dire “No” e basta, proponi un’alternativa. Se funziona, hai vinto

Ho smesso di dire No e basta. Ora, dopo un rifiuto, propongo un'alternativa

Anche le Regine di Ghiaccio cambiano

Che l’essere categorico sia sempre stata una mia caratteristica è un dato di fatto.

Non ho mai amato le mezze misure. O meglio, non ho mai amato scendere a compromessi, né optare per le vie di mezzo. O si fa come dico io, oppure niente.

È pur vero, però, che l’esperienza mi ha insegnato ad abbandonare questa mia rigidità, dimostrandomi che l’essere categorici non è quasi mai conveniente.

I migliori risultati, infatti, ho iniziato a ottenerli quando ho cominciato ad ammorbidirmi, ovvero a capire che a volte (molte volte) lo stesso risultato può essere ottenuto in tanti modi diversi. Magari bizzarri, però efficaci.

È così che, discussione dopo discussione, ho imparato a non chiudermi più dietro a secchi rifiuti, ma a metterci accanto un’alternativa, ovvero una seconda opzione capace di accontentare sia me, sia il referente di turno.

In breve tempo, l’aver adottato questa nuova strategia comunicativa mi ha portato a vincere tante piccole battaglie. O meglio, a non tornare sistematicamente a casa con nulla tra le mani, ma con qualcosa che fosse quantomeno buono.

Perché imparare a dire di no è sì molto importante, ma da un “No, ma…”, seguito da una proposta alternativa, si può ottenere di più. A volte anche molto di più.

Si discuteva sui problemi dello Stato…

I più maliziosi potrebbero pensare che stia parlando della famigerata tecnica del “se non puoi sconfiggerli, confondili”, ma non è a questa che mi riferisco. Non stavolta.

Al fine di rendere ancora più chiaro ciò di cui sto effettivamente parlando, lasciate che vi faccia un paio di esempi. Sono certo che non faticherete a ritrovarvi in essi…

Il Sig. Carlo: tante belle idee, ma soldi zero

Per iniziare, mettiamo che vi occupiate di Social Media Marketing e che stiate per incontrare il Sig. Carlo, titolare di un’azienda vinicola interessato ai vostri servizi.

Una volta compresi gli obiettivi e le caratteristiche del progetto da lui idealizzato, il budget destinato ai lavori risulterà essere drammaticamente insufficiente.

Insomma, il Sig. Carlo non ha abbastanza soldi per pagarvi.

Arrivati a questo punto avete due possibilità:

  • Rispondere che non siete disposti ad abbassare il prezzo e alzare i tacchi
  • Proporvi di formare un membro del suo team aziendale, in modo tale che sia quest’ultimo ad occuparsi della gestione delle pagine social della ditta

In un caso come questo, formare una risorsa interna non costa quanto affidare a un Social Media Manager la gestione, magari quotidiana, di N pagine e profili social.

Di conseguenza, optando per la formazione, il Sig. Carlo potrebbe sia ottenere ciò di cui ha bisogno, sia risparmiare una significativa quantità di denaro.

Dal vostro punto di vista, invece, non perdereste quella che, di fatto, è comunque un’interessante opportunità di guadagno.

Entrambi, quindi, giungendo a questo punto di incontro, arrivereste ad abbandonare il tavolo delle contrattazioni forti di un reciproco soddisfacimento.

Il Sig. Carlo insiste: ora vuole anche il sito

Ipotizzando di trovarvi ancora seduti al tavolo del Sig. Carlo, immaginate, ora, che lo stesso vi confidi di non essere riuscito a trovare qualcuno che si occupi di realizzare il sito Web della sua azienda. Avendogli fatto un’ottima impressione, questi approfitta per chiedevi se potete occuparvi di risolvergli anche questa grana.

La cosa, ovviamente, vi lusinga, ma c’è un problema: voi siete un Social Media Manager, non un Web Designer. E di come si fanno i siti non ne sapete niente.

Così come nello scambio precedente, anche questa volta avete due possibilità:

  • Rifiutare l’incarico spiegando che non è un lavoro di vostra competenza
  • Suggerire al Sig. Carlo di contattare un Web Designer di vostra fiducia – ma che lo sia per davvero! – e vedere se lui può occuparsi di tutto

Se il Sig. Carlo dovesse accettare la vostra seconda proposta, voi avrete fatto un grosso favore a un amico (il quale, un giorno, potrebbe anche decidere di ricambiare), ma soprattutto sarete ricordati dal Sig. Carlo come colui che gli ha segnalato il professionista giusto al momento giusto. Il che non è affatto poco!

Se i contatti che girerete saranno buoni, il prendere iniziative del genere contribuirà ad accrescere la vostra reputazione. E la reputazione conta, soprattutto oggi.

Più “No, ma…”, meno “No” e basta

Premesso che so che ci sono situazioni in cui l’unica cosa giusta da fare è tagliare corto, il consiglio che mi sento di dare a tutti coloro che fanno fatica a smussare gli angoli è: se dovete incontrare qualcuno, preparatevi a offrire un’alternativa.

Non sempre le cose andranno come vorrete, quindi è meglio se vi abituate sin da subito all’idea di avere sempre con voi un piano B. Potrebbe tornarvi molto utile.

Alla prossima!


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Simone Bennati

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