Salva il blog: scova i blogger copioni con Copyscape e Google
“Sei diventato famoso!”
E’ così che si dice a chi scopre di essere stato copiato, no? Si tende dunque a sposare quello che era il punto di vista dello scrittore britannico Charles Caleb Colton, il quale affermava che:
“L’imitazione è la più sincera delle adulazioni”
Sarà, ma io famoso non mi ci sento per niente. Piuttosto mi sento preso per il culo. Quello sì.
Ma andiamo per ordine…
Sveglia e caffè, barba e bidet…
Domenica 2 novembre 2014, ore 8:30.
Mi sveglio e, come da tradizione, comincio a fare il mio solito giro, ovvero controllare le notifiche sui social network, nonché i vari rapporti riguardanti l’andamento del mio blog.
Il giro comprende anche l’andare a vedere cosa dicono i Webmaster Tools di Google, ovvero i beneamati strumenti di analisi messi a disposizione da Big G.
E’ stato proprio tramite essi che, tra il secondo caffè e la settordicesima sigaretta, ho fatto la scoperta dell’anno: un sito, del quale non farò il nome, risultava aver inserito in una delle sue pagine un link diretto alla homepage di questo blog.
Gli strumenti per i webmaster di Google, per chi non lo sapesse, nella sezione “Traffico di ricerca -> Link che rimandano al tuo sito“ mostrano la cosiddetta “URL di provenienza”, ovvero l’indirizzo della pagina web in cui sono stati inseriti uno o più link al nostro dominio.
Il mio è un blog molto modesto a livello di audience, quindi, ogni volta che mi imbatto in un evento del genere, sono sempre interessato a conoscere l’identità di chi mi ha onorato del gentile omaggio, nonché a conoscere il motivo nascosto dietro a questo gesto.
Ho dunque cliccato sulla URL di provenienza indicatami dai Webmaster Tools e…
“Hey, questo è il mio post! Ma che cazzo…?!?”
Queste le esatte parole che ho pronunciato una volta che sono atterrato sulla suddetta pagina.
Non riuscivo a credere ai miei occhi: quello che stavo leggendo era, in buona sostanza, il post in cui vi ho parlato di iTools. Uno dei post in assoluto più visti tra tutti quelli che ho pubblicato fino ad oggi, subito dopo il post su “Gli acronimi nel porno online: dalle MILF alle BBW“. Segno che coloro che si erano adoperati nel copia-e-incolla avevano scelto con cura il loro obiettivo.
Le cose che abbiamo in comune sono 4.860
In realtà tra il mio post e questo ci sono un paio di differenze: ad essere diverse sono infatti l’immagine di copertina e l’introduzione, ovvero il primo paragrafo.
Per il resto, i testi del post e gli altri elementi che lo compongono, come ad esempio gli screenshot, nei quali si legge “Bennaker’s Phone”, sono gli stessi.
“Ma se l’hanno copiato,” – mi sono chiesto – “perché hanno messo un link al mio blog? Non hanno pensato che tramite quello avrei potuto rintracciarli? Ma poi dove sarebbe questo fantomatico link?”
Il link invisibile o quasi
Per fortuna che mia madre mi ha fatto gli occhi buoni, altrimenti il link al mio blog, ovvero quello che mi ha permesso di risalire alla pagina in questione, non lo avrei mai trovato.
E’ alla fine del post, come da me evidenziato in questo screenshot.
Scritto in un grigio leggermente più scuro di quello dello sfondo della pagina e privo di sottolineatura, quel “Fonte Articolo: Bennaker” sembra più la nota a margine di un contratto di fornitura telefonica che un link. Una di quelle scritte microscopiche che, se non le leggi, potrebbero portarti ad avere qualche problema.
Questo link, tra l’altro, non porta neanche al mio articolo, ma, come ho già detto, alla homepage di questo blog. Anche se questa è una pratica piuttosto comune, ammetto che sommata a tutto il resto fa il suo effetto.
Quello che ho trovato, insomma, è un mio post solo parzialmente modificato, con un link all’articolo originale palesemente studiato per non saltare all’occhio. Ovvero un link che è stato messo lì solo affinché io non possa dire:
“Hey, avete copiato il post e non mi avete neanche citato!”
Un lavoro di classe, dal quale emerge la maestria tipica di coloro che su queste cose ci campano.
Chiedere a Google di rimuovere il sito dalla SERP
Una volta metabolizzato il rodimento di culo, ho deciso di condividere l’episodio con i miei contatti di Facebook, certo che le valutazioni non si sarebbero fatte attendere.
Nel giro di qualche ora ho infatti ricevuto diversi commenti: alcuni di semplice indignazione, tipo “Che merda!” o “Che tristezza di persone!”, altri di esortazione ad agire contro il sito copione.
Tra tutti i commenti ricevuti, quello che mi ha più colpito l’ha lasciato Carlo Gatto, amico e web designer. Carlo mi ha ricordato che in casi come il mio è possibile inviare una segnalazione a Google, il quale potrebbe decidere di eliminare il sito copione dalla SERP.
Tra gli strumenti offerti da Goolge, infatti, ce n’è uno che non tutti conoscono e che permette di richiedere la rimozione di quei contenuti che, ad esempio, rappresentano una violazione di copyright. E’ uno strumento delicato, il cui uso improprio può essere severamente punito da Google stesso. Vi consiglio, dunque, di leggere attentamente tutte le istruzioni per l’uso prima di inoltrare la vostra richiesta.
Chiarito questo, siete pronti per visitare Rimozione di contenuti da Google.
Con Copyscape i copioni hanno vita dura
Sempre grazie a Carlo, ho scoperto un’interessante guida scritta da Mirko D’Isidoro per il sito giorgiotave.it. Una guida indirizzata proprio ai blogger che non sanno come difendere il proprio blog dagli attacchi dei siti copioni.
All’interno di questa guida, dal titolo “8 mosse per scoprire e bloccare chi copia i contenuti del tuo blog“, Mirko nomina un tool online del quale non ero a conoscenza: Copyscape.
Ciò che riesce a fare Copyscape è tanto semplice quanto utile: fornitagli una URL, Copyscape ne esamina il contenuto e scandaglia la rete alla ricerca di eventuali copie.
Ho fatto un test inserendo la URL del post per il quale sono stato citato come fonte e, indovinate? Copyscape l’ha beccato!
Copyscape è disponibile sia in versione gratuita che in versione Premium.
Per capire meglio cos’è, come funziona e cosa distingue la versione free da quella Premium, vi consiglio di guardare il simpatico video esplicativo che vado a proporvi.
Copyscape, come la maggior parte dei tool online, non è perfetto, ma può comunque dare il suo contributo nella lotta ai copioni.
Citare è bene, non copiare è meglio
Vi lascio con un consiglio: ogni volta che trovate un pezzo interessante in rete, non copiatelo, piuttosto prendete spunto per scriverci un pezzo vostra volta e, nel caso troviate strettamente necessario inserire dei passaggi o dei contenuti (foto, grafici, etc.) realizzati da altri, citatene chiaramente la fonte.
Mi sembra di avervi già parlato di quanto sia importante per un autore essere menzionato assieme alla propria opera in un post di qualche tempo fa, no?
Quella del plagio o, come la chiamerebbe Ivana De Innocentis di Brands Invasion, del “vampirismo mediatico“, è una piaga che sul web sta prendendo sempre più piede, ma online ci sono già gli strumenti per difendersi, come le licenze Creative Commons, i tool alla Copyscape, le segnalazioni a Google e tanti altri.
Ricordate però una cosa: l’arma più forte rimarrà sempre e comunque il buon esempio.
Siate i primi ad usarlo.
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Interessante risorsa, l’ho già messa nei preferiti ;D
Grande! 😉