Arrendetevi: farsi promozione su Facebook costa e costerà sempre di più!

Arrendetevi: farsi promozione su Facebook costa e costerà sempre di più

Ma “farsi pubblicità gratis su Facebook” cosa?

Risale a circa 3 giorni fa il post con cui Mark Zuckerberg ha annunciato l’ennesimo update dell’algoritmo di Facebook. Un aggiornamento, questo, che andrà a influire sul news feed degli utenti, dando maggiore visibilità ai post di amici e famigliari, a discapito di quelli delle Pagine.

Ebbene sì: ancora una volta, la cosiddetta “portata organica” dei post subirà un ulteriore ribasso; cosa che, di fatto, costringerà le realtà (aziende, brand, etc.) desiderose di farsi promozione attraverso la piattaforma a investire ancor più nella pubblicità a pagamento.

I più maliziosi potrebbero pensare che si tratti di una mossa fatta esclusivamente per “battere cassa”, ma il buon Zuck ha tenuto a specificare che i dati in suo possesso parlano chiaro e dicono che gli utenti vogliono vedere i post degli amici, non quelli delle aziende. Di conseguenza, essendo Facebook un Social Network pensato per le persone, bisogna accontentarle.

Alla luce di questa ennesima evoluzione dell’algoritmo, proviamo a porci un paio di domande: ha ancora senso pensare di potersi fare promozione sul Social Network più utilizzato al mondo senza investire neanche un euro nell’advertising? Non sarà che, forse, è arrivato il momento di inserire tra i costi di gestione di una Pagina Facebook anche quelli che andranno a sostenere una ormai più che necessaria attività di sponsorizzazione?

Perché, diciamocelo chiaramente, la favola secondo la quale “su Facebook ci si può fare pubblicità gratis” è finita da un pezzo e oggi, se non dai qualche soldino allo zio Mark affinché lui mandi in giro i tuoi contenuti, i clienti (effettivi e potenziali) non li raggiungi. Anzi, neanche li vedi.

No pain, no gain. Altro che “gratis”…

Premesso che dallo zio Mark non prendo un euro (anzi, sono io a darglierli) e che quello che state per leggere non è altro che il parere di uno che sui Social ci smanetta da un po’, vorrei invitare quelli che di voi hanno aperto o hanno intenzione di aprire una Pagina Facebook a riflettere su alcuni punti. In ordine sparso:

  • Facebook è come la televisione: ci sono dei contenuti, ci sono le pubblicità e dall’altra parte del monitor c’è un pubblico che fruisce di entrambi. Per farsi pubblicità in televisione, si sa, ci vogliono i soldi (molti soldi!) e sono ben pochi quelli che possono permettersi di farla. Il meccasimo, però, è il medesimo: confeziono uno spot (che su Facebook equivale a un post), pago per farlo trasmettere e attendo che coloro che lo vedranno vadano poi a comprare il mio prodotto. Perché, quindi, su Facebook dovrebbe essere diverso? Chi l’ha detto che Facebook dovrebbe permettere alle aziende di farsi pubblicità gratis? Non è mica una ONLUS! E poi, voi lo guardereste un canale televisivo che trasmette pubblicità 24 ore su 24? Io no. Per questo la visibilità su Facebook si paga: perché interrompe la fruizione di contenuti che interessano all’utente, come i post degli amici e quelli dei famigliari.
  • La maggior parte dei post pubblicati dalle Pagine Facebook fa schifo. Inutile girarci intorno: solitamente, le Pagine delle piccole e medie imprese, dal ristorante di provincia al produttore di componenti elettronici, fanno uscire il sangue dagli occhi. Le immagini sono di pessima qualità, i testi sono scritti in un italiano vergognoso e spesso risultano del tutto privi di formattazione, cosa che li rende degli inguardabili abomini. Fortuna vuole che, una volta ogni 100 anni, facciano capolino nel news feed i post di qualche Pagina che ha deciso di affidarsi ad un Social Media Manger. A questo punto, però, si crea un problema: perché, se si paga un cristiano affinché faccia le cose per bene, il non aver previsto alcun investimento pubblicitario annulla comunque il suo lavoro. Il che è un peccato. Indi per cui, a partire da domani, 10€ all’omino che confeziona i post e 5€ all’advertising. Così siamo sicuri di aggiudicarci quel minimo di visibilità.
  • Non investire nell’advertising potrebbe portare chi cura le vostre Pagine a fare delle porcate, pur di darvi quello che volete. Comprare fan e interazioni finte; mettere “Mi piace” ai post con 10, 20 o 30 account diversi, ma tutti gestiti dalla persona; interagire sui post delle Pagine coinvolgendo le altre di cui si è amministratori (es. “Pizzeria Marinella – Rimini” che mette “Mi piace” ai post pubblicati dalla “Carrozzeria il Pistone Dorato” di Catanzaro, entrambe gestite dalla stessa persona). Sono tutte porcate che, spesso e volentieri, vengono fatte perché il cliente vuole risultati assurdi in un tempo ridicolo e senza spendere un euro in pubblicità. Quindi chi gestisce la Pagina si trova costretto a portare numeri vuoti pur di accontentare il cliente, il quale “tanto non controlla e comunque non ci capisce niente”. E così quello stesso cliente finisce per essere “contento e cojonato”, come si dice a Roma. Tanto gli basta vedere i like per cominciare a zompettare di gioia.
  • Sapete come hanno fatto molti di voi ad arrivare a questo articolo? Il merito è tutto di una campagna di sponsorizzazione. Sì, ho dato 10€ allo zio Mark affinché lo mostrasse ad un pubblico da me selezionato e che dal quale, un domani, potrebbe anche arrivarmi un nuovo cliente. Perché è a questo che serve farsi promozione su Facebook: a farsi vedere da tutte quelle persone che potrebbero essere interessate al proprio prodotto o servizio. A vendere, insomma. Non ad accatastare “Mi piace” buoni solo per saziare il proprio ego.

Ecco, questi erano i punti sui quali volevo farvi riflettere e che mi auguro siano chiari. Nel caso in cui non lo fossero, ricordate che i commenti sono a vostra disposizione.

La visibilità non è un diritto, ma una conquista

Su Facebook e sui Social Network in generale si combatte ogni giorno una guerra. Una guerra per la visibilità, alla quale prendono parte tutte le aziende che concorrono tra loro.

Vincerla non è semplice, richiede degli investimenti. E più il proprio segmento di mercato è popolato da attori, più bisogna investire in armamenti e truppe di qualità. Pena la sconfitta.

Quindi non prendetevela con Zuckerberg se decide di inasprire le regole del gioco: lui ci guadagna, ma siete voi che avete deciso di partecipare. Nessuno vi ha puntato una pistola alla tempia. Quindi o fate la guerra come si deve, investendo il necessario e dando il giusto tempo ai risultati di maturare, oppure tornate a distribuire volantini per il quartiere. A voi la scelta.

Alla prossima!


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Simone Bennati

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