Qual è l’orario migliore per postare sui Social?

Qual è il momento migliore per condividere sui social?

A nessuno interessa come ci sentiamo

Stamattina, mentre leggevo l’ennesimo manuale di Social Media Marketing, arrivato al punto in cui venivano illustrati gli orari migliori in cui postare sui Social, è sorta in me una domanda: “Possibile che l’unico parametro preso in considerazione da queste analisi sia il numero di utenti mediamente connessi in una determinata fascia oraria? E il presunto stato d’animo medio, allora? Dove lo mettiamo?”.

Al fine di scongiurare ogni possibile fraintendimento, vi sia chiaro sin da subito che con l’espressione stato d’animo medio mi riferisco al presunto stato d’animo vissuto dall’utente in uno specifico momento della giornata.

Lasciate che vi chiarisca ulteriormente le idee facendo qualche esempio…

La notte leone, la mattina guascone

Premesso che il primo soggetto sul quale effetto le mie analisi e costruisco le mie valutazioni sono io stesso, potrei dirvi che, ad esempio, il momento della giornata in cui sono più portato a utilizzare i Social per il mero cazzeggio è la sera, ovvero quando la giornata lavorativa è ormai giunta al termine e posso rilassarmi.

Stessa cosa potrei dire di buona parte di coloro che mi seguono, in quanto ho più volte constatato un maggiore interesse nei confronti di contenuti leggeri durante le ore serali. Molto più di quanto non ce ne sia, ad esempio, nel primo pomeriggio.

È in ragione di questa differenza di stato d’animo che, passate le 19:00 / 19:30, evito di condividere contenuti che parlino di tecnologia, Social Media e materie affini: gli utenti con i quali mi rapporto e che desidero intercettare, infatti, non hanno più testa per affrontare argomenti del genere, così come non ce l’ho più io.

Preferisco, quindi, mettere momentaneamente da parte il discorso che vorrei affrontare, per poi riprenderlo, ad esempio, nelle prime ore del mattino seguente.

Date a Cesare quel che può digerire

Chiarito quale sia la mia visione, credo sia doveroso porsi almeno due domande:

  • Perché, invece di basarsi sulla quantità media di utenti attivi sui Social in uno specifico orario, non organizzare il proprio calendario editoriale sulla base del presunto stato d’animo del tipo di utente che si desidera intercettare?
  • A cosa serve avere tanta gente all’ascolto se questa, nel momento in cui andiamo a proporre un certo contenuto, non è mentalmente pronta a riceverlo?

L’invito, come sicuramente avrete capito, è quello di tenere in considerazione le abitudini del proprio pubblico, specie quando si ha la necessità di veicolare messaggi e contenuti realmente importanti (promozioni, eventi, etc.).

Meglio un pubblico di dimensioni modeste, ma pronto a ricevere un determinato contenuto, di un pubblico ampio che però ha tutt’altro per la testa.

Alla prossima!


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Simone Bennati

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