Messaggi privati su Facebook? No, grazie

Messaggi privati su Facebook? No, grazie

Chi visualizza, ma non risponde, ci sta ignorando?

Alcune sera fa, mentre discutevo di Social Media con un gruppo di amici, uno di loro mi ha posto una domanda estremamente interessante:

“È normale che una persona che non risponde ai miei messaggi privati su Facebook continui, però, a commentarmi i post? Non le viene il dubbio che io possa sentirmi volontariamente ignorato?”

Sicuro del fatto che si tratti di una situazione nella quale ci siamo trovati più o meno tutti, voglio provare a fornire una possibile spiegazione, nonché a condividere la mia opinione personale.

La pericolosità dei messaggi privati

Dal mio punto di vista, non rispondere ai messaggi privati, ma continuare comunque ad interfacciarsi con la persona tramite il suo profilo Facebook, è perfettamente normale.

Io stesso evito di rispondere a chi mi scrive privatamente. Anzi, spesso non solo non rispondo, ma neanche leggo quanto mi è stato scritto. A volte anche per intere settimane.

Il motivo alla base di questo mio atteggiamento è molto semplice: le conversazioni private, spesso e volentieri, si portano appresso delle gran rotture di coglioni.

Per quanto mi riguarda, infatti, la maggior parte dei messaggi privati li ricevo da:

  • Gente alla quale serve qualcosa (un’informazione, un consiglio o un favore)
  • Gente che si annoia e che ha bisogno di qualcuno che le faccia compagnia

Difficilmente, infatti, chi mi contatta in privato lo fa per segnalarmi qualcosa che potrebbe interessarmi, essermi utile o anche solo strapparmi una risata. Capita, ma è raro.

Ciò che ho capito di Facebook è che i messaggi privati vengono utilizzati dai più per condividere questioni intime o avanzare richieste. Indi per cui li leggo solo nel momento in cui ho veramente tempo e voglia di impegnarmi in questo tipo di conversazioni.

Direi che è del tutto legittimo, no?

Lucidità, tempo e concentrazione

In conclusione, se ci sono persone che non rispondono ai messaggi privati, continuando comunque ad interagire con voi, è forse perché ritengono che una conversazione a due sia troppo impegnativa per essere affrontata nei ritagli di tempo o controvoglia.

Una persona che ha bisogno di un consiglio, ad esempio, si aspetta di ricevere un punto di vista ragionato e fondato su basi solide. Allo stesso modo, chi scrive ad un amico perché ha bisogno di sfogarsi si aspetta quantomeno di essere ascoltato.

Fornire consigli e prestare orecchio sono due attività che richiedono lucidità, tempo e concentrazione. Il fatto di posticiparle ad un momento più propizio, dunque, va interpretato come una forma di rispetto, tanto verso se stessi, quanto verso gli altri.

Alla prossima!


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Simone Bennati

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4 risposte

  1. Monica ha detto:

    Invitata a nozze da questo post…. ( anche se parli principalmente di FB che io non utilizzo ) io lo trovo molto calzante anche per gli altri …. Dopo aver piazzato un no DM’ s nella bío di twitter a mo di spaventapasseri perché mi ero rotta le scatole dei “soliti porci” mi sono ritrovata persone che mi chiedevano il motivo ( cosa per me al di fuori dal mondo ) ,e non mi va’ di dover sempre dare spiegazioni …. poi ci sono quelle/i che lo ignorano e vengono ripagati con la stessa moneta …. ma il punto che puoi anche scriverlo 50 volte al giorno che usi i DM solo se vuoi e con chi vuoi , ma ci sarà sempre qualcuno che farà comparire una notifica anche solo per commentare nel mio caso un tweet !!!!
    Io li uso se voglio condividere informazioni che normalmente non condivido pubblicamente o per chiacchierare con chi mi va’ …
    I più sgraditi :
    Metti un like ….
    Segui il mio blog…
    Tentativi più o meno raccapriccianti di provarci …
    Assillo continuo ….
    E ultimo ma non meno importante le “foto ” … ma perché !!!!!

    • Simone Bennati ha detto:

      Ciao @disqus_Ij1eujLlKS:disqus,
      capisco perfettamente il tuo scoramento e il crescente senso di fastidio provocato dalle richieste di avviare una conversazione privata. Il discorso che ho fatto riguarda sì Facebook, ma anche Twitter, prevedendo tale possibilità, risente del problema dell’abuso dei messaggi privati. Così come ne risente ogni social network in cui tale funzionalità è stata conteplata e attivata.

      Gli “spaventapasseri”, come li chiami tu, non hanno granché effetto. Su questo concordo con te. In passato ho provato anche io a difendermi adottando questo escamotage, ma a nulla è servito. Quindi, alla fine, mi sono dovuto arrendere.

      Ad oggi, quando mi trovo ad avere a che fare con utenti che non rispettano i limiti da me imposti, passo al contrattacco, mettendomi a fare discussioni. Fiducioso del fatto che, se non lo capisci con le buone, forse con le cattive lo capirai meglio. In qualche modo dobbiamo pur difenderci, no?

      🙂

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