Aggiungere gente a cazzo sui Social significa “fare marketing”?
Ciao utente n. 2.546.797
Non so voi, ma a me non è mai piaciuto essere trattato come un numero. In nessuna occasione.
Sono cresciuto perseguendo l’obiettivo di diventare “una persona”, ovvero un individuo dotato di una propria personalità, un senso critico, un punto di vista, dei gusti personali e tutto il resto.
A 32 anni suonati, credo di aver ormai completato buona parte del mio percorso di crescita ed è quindi “da persona” che voglio essere trattato. Tanto sul piano reale, quanto su quello digitale.
Se sottolineo questo è perché, stando a quanto ho potuto osservare in questi anni, sono purtroppo molti quelli che tendono ancora a fare distinzione tra “persone online” e “persone vere”, rapportandosi in maniera nettamente diversa a seconda di qual è il caso.
In questo articolo voglio raccontarvi l’ultimo episodio in cui mi sono sentito trattato da “persona online”, ovvero come un numero, una figurina da aggiungere all’album dei contatti e niente più.
Un atteggiamento, questo, che mi fa terribilmente incazzare.
Metto “Mi piace” a cose, partecipo a eventi…
Non più tardi una settimana fa, ho ricevuto una richiesta di amicizia su Facebook alla quale, come di consueto, ho risposto chiedendo al mittente il motivo per cui mi volesse aggiungere.
Non comprendo, infatti, coloro che inviano richieste di contatto senza prima presentarsi. È un po’ come allungare la mano per stringerla, ma rimanendo in silenzio. Che senso ha?
Tornando al messaggio di cui sopra, tutto mi aspettavo, tranne una risposta del genere:
Voglio essere sincero con voi: quando sono arrivato a leggere: “nulla di che, è marketing”, mi sono cadute le palle. E non parlo di quelle degli occhi, ovviamente.
Cosa significa “è marketing”?
Da quando aggiungere ai propri contatti persone prese a casaccio è marketing? E cosa ci si guadagnerebbe a costruirsi un seguito formato da estranei con i quali, molto probabilmente, non ci si scambierà mai una parola? Quale sarebbe il ritorno e quale la sofisticata strategia di marketing alla base di questo modus operandi?
Io posseggo solo un diploma da ragioniere, ma mi risulta difficile credere che all’Università e ai corsi privati di marketing insegnino ad aggiungere gente a cazzo sui Social Network…
Al contrario, se invece le cose stessero effettivamente così, allora avrei finalmente capito perché questo Paese, dal punto di vista del Digital, dimostra una radicata immaturità ed incompetenza.
Siamo fatti così, siamo proprio fatti così [cit.]
Io non mi occupo di marketing e non l’ho neanche mai studiato, quindi è assai probabile che la mia visione sia errata e che con questo articolo abbia solo fatto la figura del cretino.
Mi auguro, però, che quelli che di voi che lavorano in questo settore non abbiano mai dato una risposta come quella che ho ricevuto io. Per il bene loro e del loro futuro professionale.
Più in generale, vi consiglio di non trattare mai gli altri come se fossero dei numeri. Facendolo, infatti, non fareste altro che dare ragione alla buon anima di Bill Hicks.
Il marketing non è di per sé un’attività legata al maligno. Sono alcune delle persone che lo rappresentano, piuttosto, con i loro metodi approssimativi e spregiudicati, a farlo apparire tale.
Cercate di non prendere esempio da queste e tutto andrà bene.
Alla prossima!
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