Come condividere efficacemente un contenuto su diverse piattaforme Social
Batti le mani, schiocchia le dita, pubblica a mano tutta la vita
Esiste una ragione per la quale ho sempre sconsigliato di collegare i profili o le Pagine social di diverse piattaforme, ed è estremamente semplice: quando un contenuto pensato per una piattaforma A (es. Facebook) viene automaticamente ricondiviso su una piattaforma B (es. Twitter), il post frutto di tale automazione è quasi sempre pessimo, inguardabile.
Provate, ad esempio, a dare un’occhiata ai profili Twitter di alcune testate giornalistiche minori o a quelli di aziende molto piccole: spesso sono pieni di tweet contenenti frasi tronche seguite da link che rimandano a Facebook. Roba da far sanguinare gli occhi di chi si occupa di Social Media.
La cosa triste è che, nonostante post di questo tipo non generino alcun tipo di interazione (se non quelle di BOT e profili fake), poche sono le realtà che si adoperano per cambiare metodo, ovvero che decidono di dedicarsi ad un’attività social tagliata su misura per ogni piattaforma.
In questo articolo voglio mostrarvi come, grazie ad un minimo di conoscenza dei Social Network e un po’ di lavoro, lo stesso contenuto può essere condiviso efficacemente su 4 diverse piattaforme social, ovvero Facebook, Twitter, LinkedIn e Instagram.
Uno per tutti, tutti per uno
Alcuni giorni fa sono stato a Castiglione del Lago, in provincia di Perugia. Un “paesone” di circa 16.000 abitanti abbarbicato sulla riva occidentale del Lago Trasimeno, al confine con la Toscana.
Tra un’abbuffata a base di tagliatelle al ragù e l’altra, ho approfittato per fare un giro alla Rocca del Leone, ovvero uno dei centri d’interesse più noti di tutto il comprensorio e dell’Umbria.
Anche se non sono mai stato un appassionato di fotografia, durante questa breve visita ho voluto cimentarmi nella realizzazione di alcuni scatti, i quali, una volta selezionati e sistemati, hanno dato vita ad un modesto e personalissimo album fotografico di sole 5 foto.
Inutile dire che, tornato a casa, ho subito provato il desiderio di condividere la mia piccola opera con i miei principali profili Social. A differenza del solito, però, ho scelto di non limitare la condivisione ai soli Facebook e Instagram, ovvero le due piattaforme in cui i contenuti di tipo visivo sono solitamente molto apprezzati, ma di estenderla anche a Twitter e LinkedIn.
Vi spiego, quindi, quale è stato l’iter di condivisione che ho seguito e quali scelte ho fatto.
Come detto poc’anzi, Facebook, assieme a Instagram, è una delle due piattaforme social sulle quali ero sin da subito intenzionato a condividere il mio album. Non per questo, però, ho affrontato la questione alla leggera, né mi sono risparmiato di lavorare sui dettagli.
Oltre a illustrare visivamente la Rocca del Leone, era per me importante collocarla all’interno di un contesto geografico, temporale e culturale ben preciso. Motivo per il quale, dopo aver geolocalizzato l’album, ho allegato allo stesso una breve introduzione testuale e taggato in essa i soggetti più rilevanti, come il Comune di Castiglione del Lago, l’Umbria e il Lago Trasimeno.
Questo il post che ne è risultato:
Un consiglio: se passate da Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, andate a visitare la Rocca del Leone.
Se il…
Pubblicato da Simone Bennati su Lunedì 4 dicembre 2017
L’unione tra la narrazione visiva e quella testuale ha fatto sì che il post suscitasse un discreto interesse. Cosa che, non essendo io un appassionato di fotografia, né uno che usa parlare di viaggi, rappresenta un risultato più che positivo.
Sul “Social dell’uccellino blu” il discorso si è dimostrato leggermente più complesso: in primis perché Twitter permette di incorporare un massimo di 4 foto per tweet, e poi perché il limite di 280 caratteri costringe a lavorare attentamente sulla sintesi.
In questo caso, infatti, mi sono trovato a dover sintetizzare alcune informazioni e a rinunciare a taggare nel testo del tweet i profili dei soggetti più rilevanti. Fortunatamente, avendo allegato alcune foto, ho comunque potuto taggare ben 10 profili, alcuni dei quali piuttosto seguiti.
Un consiglio: se passate da #CastiglioneDelLago (#Perugia), andate a visitare la #RoccaDelLeone.
D’inverno tira un po’ di vento, quindi conviene bardarsi, ma, se il cielo è pulito e il sole è alto, si riesce a vedere tutto il lago #Trasimeno, nonché buona parte dell’#Umbria. pic.twitter.com/xQwsyymXy2
— Bennaker (@bennaker) 4 dicembre 2017
È proprio la scelta dei profili da taggare la fase più ostica e onerosa delle condivisioni su Twitter. È importante, infatti, non solo scegliere profili coerenti con il tema del tweet, ma anche verificare che questi siano attivi, in modo tale da poter sperare in un eventuale retweet.
Nel caso specifico non posso certo dire che mi sia andata male, visto che, tra i profili che ho taggato e che hanno poi retwittato, figurano quelli appartenenti a realtà come I Borghi più belli d’Italia, Umbria Tourism e Sistema Museo. Un bottino niente male, insomma.
Anche su Twitter, così come su Facebook, la geolocalizzazione gioca un ruolo fondamentale. Quindi non dimenticate di attivare il GPS e registrare sempre la posizione dei tweet.
Il problema principale del voler condividere un album fotografico su LinkedIn è dato dal rischio di poter apparire inopportuni, ovvero di sembrare uno di quegli utenti che hanno scambiato LinkedIn per Facebook e che lo sfruttano per pubblicare qualsiasi cosa.
Io stesso mi sono scontrato e mi scontro tutt’ora con coloro che, a mio parere, utilizzano la piattaforma in modo inappropriato e non posso certo commettere l’errore di comportarmi come uno di questi “hippy della Rete”. Che figura ci farei con chi sa come la penso?
Ecco, quindi, che ho deciso di ripensare da zero il testo introduttivo dell’album, cercando di dare allo stesso un profilo pseudo-professionale.
Pur non essendo un tipico post “alla LinkedIn”, l’interazione non è stata affatto male e mi ritengo piuttosto soddisfatto. Magari la prossima volta condividerò un album incentrato su una lussuosa sala riunioni o un ufficio dall’arredamento spaziale e, chissà, magari andrà anche meglio…
Ultimo, ma non meno importante, Instagram: il Social Network delle foto per antonomasia. Il magico luogo in cui l’immagine vince sulla parola e sul quale, proprio per questo, puntavo molto.
Ho tenuto Instagram come ultima piattaforma perché sapevo che sarebbe stata la più facile sulla quale operare, ma questo non significa che il lavoro di ottimizzazione sia stato più semplice.
Una volta realizzata una didascalia estremamente sintetica, ma ricca di hashtag rilevanti (#CastiglioneDelLago, #Trasimeno, etc.), e gelocalizzato l’album, mi sono concentrato sulla ricerca e l’inserimento di altri hashtag utili a favorire la visibilità dell’album.
Ecco, quindi, che, nel primo commento, ho collocato tutti gli hashtag più utilizzati relativi all’Umbria e ai borghi che sono riuscito a trovare. Ve ne cito alcuni: #Umbria; #Igersumbria; #Yallersumbria; #VolgoUmbria; #Umbriagram; #TrasimenoLake; #BorghiItaliani, #BorghiMedievali e via dicendo, fino ad arrivare ad un totale di 30 “cancelletti”.
Come potete vedere, il risultato è stato decisamente buono. Talmente buono che, guardando lo storico del mio profilo Instagram, questo album si colloca nella top 10 dei post con il maggior numero di interazioni. Addirittura più di quelle che ne ottenne un altro realizzato durante un viaggio a Capo Mannu (Penisola del Sinis – Sardegna) alcuni mesi fa.
In realtà avrei potuto ottenere risultati ancora migliori, ma ammetto di essermi dimenticato di taggare i profili dei soggetti più rilevanti, come quello del Comune di Castiglione del Lago e quello di UmbriaTourism. Voi, nel caso in cui vi troviate a dover condividere foto o video riferiti a specifiche location, taggate sempre tra i 5 e i 10 profili. La visibilità ne gioverà grandemente.
Non collegare i profili, collega il cervello
Se volessimo sintetizzare quanto abbiamo visto, potremmo dire che la condivisione di un contenuto su molteplici piattaforme necessita di un lavoro di confezionamento che consideri non solo gli strumenti messi a disposizione dal singolo Social (geolocalizzazione, hastag, etc.), ma anche le caratteristiche della piattaforma e del pubblico al quale ci si rivolge.
Per questo la scelta di collegare i profili social e affidarsi alla ricondivisione automatica è una scelta perdente: perché si vanno a perdere tutte quelle personalizzazioni utili a far sì che un contenuto catturi l’attenzione degli utenti e generi, quindi, la tanto agognata interazione.
Se poi ciò vi spinge a collegare i profili o le pagine social della vostra azienda è la mancanza di tempo, avete sempre due possibilità: affidarvi a un Social Media Manager “serio”, oppure eliminare le risorse social a cui non riuscite a dedicarvi.
Ricordatevi che nessuno vi obbliga a stare su tutti i Social Network ed è meglio avere una sola Pagina ben curata, piuttosto che averne 27, ma tutte gestite “ad mentula canis”.
Alla prossima!
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