Blog e Moda: 5 domande per Giorgia Marino di “Morbida, la vita”

Blog e Moda: 5 domande per Giorgia Marino di "Morbida, la vita"

Anno nuovo, intervista nuova!

Voi non avete idea di quanto stia godendo nell’incominciare il nuovo anno con un’intervista. Anzi, con una bella intervista! E se dico bella lo faccio con cognizione di causa, visto che quello che ho scelto di intervistare quest’oggi è davvero un gran bel personaggio!

Ho l’onore di avere come mia ospite, infatti, Giorgia Marino di “Morbida, la vita, ovvero il fashion blog tutto curvy che in brevissimo tempo è diventato un punto di riferimento per chi vive la realtà della moda dalla taglia 48 in su.

Giorgia, oltre ad essere una cara e vecchia (per modo di dire) amica, si è anche occupata di grafica per molto tempo, fino a quando, un bel giorno, ha deciso di dare vita a questo blog dedicato a quelle che io chiamo “belle ciacione”, ovvero le ragazze orgogliose delle proprie curve.

Vi consiglio di prestare grande attenzione alle risposte di Giorgia: quelli che di voi desiderano entrare nel mondo del fashion blogging troveranno infatti un sacco di utili suggerimenti.

Verso la 48 e oltre!

Giorgia Marino“Ciao, mi chiamo Giorgia, ho 30 anni e…”

… ne ho quasi 31, a dirla tutta, e sono motivata. Molto motivata. Ho iniziato meno di due anni fa un percorso che sta rivoluzionando la mia vita e, per quanto sia denso di ostacoli ed incertezze, mi ha permesso di rimettermi in gioco e provare ad assecondare la mia indole, invece di mortificarla. Per questo sono costantemente nel panico, ma anche costantemente eccitata.

Ormai le fashion blogger vengono fuori dalle fottute pareti e talvolta mi è capitato di sentir dire da chi bazzica l’ambiente cose come “Quella delle fashion blogger è una specie di mafia”. Quando sei entrata a far parte di questo mondo, che impressione ti ha fatto? Il clima che hai trovato ad accoglierti era alla “volemose bene” o alla “muori, troia” ?

Non mi darò al buonismo: si trova l’una e l’altra cosa ed è innegabile che ci sia sovrabbondanza di frustrazione, invidie, colpi bassi e tutto quanto possa derivare dall’essere perennemente in competizione con mille altre persone.

Anche laddove si presenti la possibilità di stringere un rapporto d’amicizia sincero, funzionale e permanente, per arrivarci devi essere stoico e superare tutta una serie di barriere dovute alla diffidenza. Quella degli altri ma, dopo un tot di episodi spiacevoli, anche la tua. Non è rilassante e di certo non ero preparatissima, ma col tempo ci si abitua (e si impara a non essere sprovveduti).

Andando a zonzo per il tuo blog, mi sono accorto che spesso ti occupi di recensire capi d’abbigliamento, accessori, prodotti di bellezza e quant’altro. Mi spieghi quali sono i passaggi che portano alla realizzazione di articoli di questo tipo? Sei tu a scegliere di cosa parlare oppure sono i brand a contattarti e ad invitarti a provare questo o quel prodotto?

L’una e l’altra cosa: succede più di frequente che io acquisti autonomamente degli articoli (come fa ogni donna) e poi li recensisca sul blog o li utilizzi per creare una proposta outfit o make up, mentre altri articoli vengono inviati dai brand, molto spesso senza impegno (nel senso che non sei obbligato a recensire qualcosa, ci si augura semplicemente che ti piaccia e che ti faccia piacere parlarne); succede anche che tu percepisca un compenso per recensire un prodotto, nel qual caso si parla di articoli sponsorizzati e le cose si complicano: non è detto che le proposte di sponsorizzazione incontrino i tuoi gusti o il tuo target, e allora ti trovi a dover fare una scelta etica. Alcuni scelgono di recensire di tutto e dirne cose eccezionali pur di ricevere il compenso, altri selezionano per evitare di risultare poco credibili o poco fedeli a sé stessi.

Non serve che stia qui a specificare quale sia la mia filosofia, perché sarebbe poco elegante e credo che si possa facilmente intuire seguendo assiduamente il blog.

Mettiamo che io voglia aprire il mio blog di moda e decida di affiancare all’attività di copy (scrivere gli articoli) anche quella di social media coso (condividere gli articoli sui social network). Su quali categorie di articolo mi consiglieresti di orientarmi?

E inoltre, in base alle categorie che mi suggeriresti, riusciresti anche ad indicarmi per ognuna di esse il social network sul quale ottiene più risultati?

Giorgia MarinoPremetto che ho ancora tanto da imparare, e non sono neanche una brava allieva, perché seguo semplicemente l’istinto senza pormi, il più delle volte, troppe domande. Tuttavia, le fan page e gli account social collegati al mio blog vivono momenti di maggiore o minore popolarità a seconda dell’uso che ne faccio, e questo è sicuramente un dato utile.

Nella mia esperienza, i contenuti che attirano maggiormente l’interesse sono gli articoli outfit (consigli su come abbinare gli indumenti, corredati di foto) e gli articoli che io chiamo motivazionali, ovvero tutte quelle riflessioni e quei racconti atti a dare una ‘spinta’ a chi legge. Io mi ritrovo spessissimo a produrre contenuti di questo genere, forse perché credo che se li avessi avuti a disposizione nei momenti più neri della mia vita mi avrebbero aiutato.

Ad ogni modo, i contenuti del primo genere sono intrattenimento puro, istigano all’acquisto e attirano l’attenzione nella maniera classica, come uno spot alla tv ma in modo molto più spartano, privo di quella classica ‘patinatura’ presente nei mezzi tradizionali; i contenuti del secondo genere, invece, vengono letti e condivisi per via dei messaggi che veicolano. In ogni caso, l’attività del blogger funziona perché il lettore si sente ‘alla pari’, si identifica e crea dunque col suo blogger di riferimento un rapporto di fiducia.

Un blogger perde terreno quando perde credibilità.

Quanto al social network più indicato, mi metti seriamente in difficoltà. Io funziono meglio su Facebook, ma è anche vero che non ho avuto la stessa costanza nella gestione di altri profili e pagine. Fatico molto con Twitter, fatta eccezione per le attività di live tweeting durante la visione di programmi televisivi o la presenza ad eventi.

Non so proprio rispondere, credo che sia importante esserci, essere ovunque, ma i risultati veri arrivano quando sei costante e comunicativo, e io riesco a esserlo principalmente su Facebook.

Giorgia Marino

L’ideare un brand come “Morbida, la vita” e legare ad esso il tuo nome, la tua immagine e la tua attività di blogger, cosa ti ha portato? Pensi che se ti fossi presentata sul web semplicemente come “Giorgia Marino: Fashion blogger” avresti ottenuto gli stessi risultati?

La scelta di dare un vero titolo al blog, piuttosto che utilizzare solo il mio nome, deriva dal desiderio di immediatezza, perché effettivamente il nome fornisce chiari indizi sui contenuti, ma anche (dico la verità) dalla presenza di una mia omonima sul web, non nello stesso identico settore ma comunque nella comunicazione (creando qualche problemino ad entrambe).

Credo che il nome metta allegria e sia più facile da ricordare rispetto alla formula Nome + Cognome, quindi ha senza dubbio favorito contatti – soprattutto di natura lavorativa. Io, però, cerco di inserire il mio nome ovunque perché – se devo essere lungimirante e considerare quali siano le mie reali aspettative professionali – penso ci sia un tempo e un luogo per essere identificati con uno pseudonimo e poi un momento, superati certi scogli, in cui è molto meglio essere certi che tutti sappiano come ti chiami.

C’è tutto un mondo fashion intorno

L’intervista a Giorgia Marino termina qui. Ringrazio lei per la disponibilità dimostrata e mi auguro che le sue parole ed il suo punto di vista possano tornarvi utili nel caso in cui vogliate intraprendere anche voi la carriera di fashion blogger.

Non dimenticate di seguire “Morbida, la vita” sul blog, ma anche su Facebook e Twitter.

Alla prossima intervista!


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Simone Bennati

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