Il falso mito della solidarietà tra blogger
La solidarietà tra blogger e altre storie
Sapete qual è uno dei problemi del mondo del blogging? Il fatto che attorno ad esso orbitino una quantità infinita di falsi miti, i quali hanno il solo scopo di distorcere la realtà.
In questo articolo voglio prendere uno di questi falsi miti e “smontarlo”, un po’ come facevo con le macchinine elettriche quando ero piccolo. E voglio farlo insieme a voi, nella speranza che questo possa aiutarvi a capire come funzionano veramente le cose.
Sarà un’esperienza a dir poco formativa, ve lo assicuro…
Perché se fai un favore a me, io non me lo scordo
Una delle convinzioni che vedo maggiormente radicate in coloro che sono fuori dal mondo del blogging riguarda il modo in cui i blogger gestiscono le relazioni tra di loro.
Leggenda vuole, infatti, che i blogger si scambino continuamente favori l’un l’altro al fine di dare e ricevere visibilità. Una sorta di “patto di solidarietà”, insomma. Per la serie:
“Se tu condividi un post mio, poi io ne condivido uno tuo.
Così i miei lettori leggono te e i tuoi leggono me”
Un do ut des che, in buona sostanza, mirerebbe a far guadagnare lettori all’uno e all’altro blogger.
Una meccanica che, se così impostata, demolirebbe il principio secondo il quale un lettore sceglie di seguire un blogger non solo per cosa scrive, ma anche e soprattutto per come lo scrive.
Attenzione: non escludo a priori il fatto che qualcuno possa realmente affidarsi a certe politiche di scambio, ma dubito che queste portino a risultati significativi.
E’ tutto un cagna cagna…
Personalmente parlando, in più di 10 anni di blogging non mi è mai capitato di incontrare un blogger che mi proponesse di scambiarci i lettori attraverso il baratto di condivisioni.
Inoltre, facendo ancora riferimento a ciò che ho visto e vissuto, mi risulta veramente difficile credere all’esistenza di un mercato equo e solidale di questo tipo. E alla base del mio scetticismo c’è il fatto che non è raro incappare in blogger che si stanno sul cazzo tra di loro.
Alcuni blogger si copiano, si invidiano, si infamano, si fanno i dispetti, si scambiano frecciatine attraverso i commenti sui social network o sui loro stessi blog, etc.
“Perché quello è stronzo, quell’altro è cretino, quell’altro ancora non sa scrivere, ma è comunque meglio di quel venduto che fa le marchette e di quell’altra troia che scrive solo di fuffa” e così via.
Insomma, avendo io modo di osservare la situazione dall’interno, trovo irreale il fatto che possa esistere un ramificato e supercollaudato sistema di collaborazione tra blogger.
Così come trovo inverosimile l’idea che i blogger siano naturalmente portati a fare comunella tra loro, visto il clima e i casi che ho riportato poc’anzi.
Quando si usava ancora il blogroll e scambiarsi i link aveva un senso, magari era così, ma ora, in piena epoca social, beh…
Vi sia chiaro: con questo non voglio dire che l’instaurarsi di antipatie tra blogger sia automatico. Io stesso ho avuto e ho a che fare con blogger che sanno cosa significhi avere stima di un collega e con i quali ho dato vita a collaborazioni piacevoli e durature.
Si nasce soli, si muore soli
Appurato tutto questo, possiamo tranquillamente dire che:
Entrare nel mondo del blogging non significa poter contare sull’automatica collaborazione degli altri blogger. La stima, il rispetto e la partecipazione sono elementi che si guadagnano sul campo, mettendo prima di tutto impegno e cura in quello che si fa e guardando solo in un secondo momento a ciò che fanno gli altri.
Se all’inizio della mia esperienza avessi affidato le mie speranze al presunto sistema di collaborazioni paventato da alcuni, avrei ben presto perso l’entusiasmo, lasciando perdere tutto.
Vi basti pensare che, tutt’oggi, dopo 10 anni che scrivo, su 3 post scritti da altri che condivido sui social network, 2 autori non solo non ricambiano condividendo qualcosa di mio (cosa che, comunque, non mi aspetterei di certo), ma nemmeno ringraziano per il gesto.
Collaborazione corale ed automatica di che? Dove?
Fate il vostro e fatelo meglio che potete. È l’unico modo che avete per sopravvivere.
Alla prossima!
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Ciao Simone, di te mi piace proprio questa schiettezza. Hai scritto quello che io (leggendovi da un po') ho notato dall'esterno del vostro "mondo". Da lettrice ho fatto le mie scelte e tu sei nella mia lista. Continua così. m.
Ciao Mimma 🙂
Per me è un onore essere presente tra le letture di qualcuno. Significa che sto impegnando bene il mio tempo e lasciando in giro qualcosa che par alcuni ha un valore. L'importante, almeno per me, è che l'approvazione e la visibilità arrivino perché si è riusciti a guadagnarsele e non a causa di partnership più o meno ufficializzate. Cercherò di continuare su questa linea e di non farmi tentare 🙂
Un abbraccio e grazie per essere passata di qui :*
Simone Bennati (non credo che uno come te si lasci… tentare…)
🙂
Simone mi dispiace, ma stavolta non mi trovi d'accordo. Io sono solidale con i colleghi che apprezzo e sono felice anche per solo un like sotto una condivisione.
Ma solitamente ricevo anche cortesie nella vita reale, tipo di essere suggerita come un Blogger interessante ecc. Io credo nel Condividi et impera.
Ciao Eugenia,
ho il timore che le riflessioni presenti in questo post siano state fraintese. Il mio unico obiettivo era, come da titolo, sfatare quello che è il falso mito della solidarietà tra blogger, inteso come un meccanismo automatico che scatta nel momento in cui un individuo decide di entrare in questo mondo.
Mi è capitato, infatti, più e più volte, che parlando di blogging con coloro che sono fuori dal giro, mi dicessero di essere convinti che quello dei blogger fosse un ambiente "semplice". Semplice nel senso che davano per scontato che i blogger tra di loro si aiutassero costantemente al fine di dare e ricevere visibilità, indipendentemente dalla sostanza dei contenuti.
Immagina una situazione in cui io condivido i tuoi post non perché ho letto ed apprezzato ognuno di essi, ma semplicemente perché sei stata tu a scriverli. Ecco che, a mio parere, se si entra con la convinzione che le cose funzionino così, si rischia di "sbattere contro ad un palo".
Questo perché mi piace pensare che, soprattutto tra blogger, la valorizzazione tramite condivisione dei contenuti di "un collega" avvenga perché in essi si riscontra del valore e non perché "si è amici" o perché si è stretto un patto di reciproca pubblicizzazione.
Sempre nel post specifico che non posso escludere che ci siano alcuni che agiscono secondo le meccaniche che ho appena illustrato, ma francamente non penso (e spero) che si tratti della maggioranza.
Tutto qui 🙂
Grazie per il tuo commento, Eugenia :*
Ciao, simone,
io credo invece che più che solidarietà tra blogger si debba arrivare a parlare di Sistema Guru.
Chi è partito prima ed ora è riuscito grazie ad impegno e competenze a quasi monopolizzare una nicchia di argomento fa squadra con la vecchia guardia.
Ho avuto modo e piacere di proporre diversi guest post ai suddetti Guru, ma in diversi hanno gentilmente declinato nonostante sul proprio blog vi fosse tanto di pagina in cui ti si invita a scrivere un guest post.
Parliamo di STOP imposti in fase di richiesta non dopo aver letto il pezzo proposto.
Fai poi un giretto all’interno del loro sito e ti rendi conto che sono sempre gli stessi a pubblicarsi gli uni con gli altri.
Ma questo non è un problema, infondo tra amici si portano avanti progetti ed idee anche nella vita reale.
Quello in cui in parte mi ritrovo è questo:
Si, la solidarietà tra blogger non esiste.
Non esiste con i novellini, eppure ci si sciacqua la bocca dicendo di scrivere contenuti nuovi, originali e di qualità, di proporli comq GP perché la link building è peccato, deve essere naturale ecc ecc…
Tutte puttanate.
Esiste il sistema guru (ovviamente non faccio di tutta un’erba un fascio)
Tutto qua.
Ciao @giuseppeschettino:disqus,
hai praticamente risposto alla domanda che implicitamente emerge da questo post, ovvero: perché “chi è fuori dal giro” ha l’impressione che quello dei blogger sia un sistema in cui ci si spalleggia a vicenda?
A quanto pare esistono delle realtà forti, ovvero visibili, in cui questo pare più che evidente. Diciamo pure che, anche se non dichiarato, è qualcosa che si respira nell’aria, ovvero si evince dal comportamento di chi ne fa parte.
Non nascondo che talvolta ho avuto anche io questa sensazione osservando determinati ambienti. Ora che mi ci fai pensare, il fenomeno forse è più sviluppato di quanto credessi…
Grazie per il commento e per aver condiviso quella che è la tua esperienza 🙂
“Se tu condividi un post mio, poi io ne condivido uno tuo. Così i miei lettori leggono te e i tuoi leggono me”…
Felice di averti incontrato, Simone! Siamo in due, forse tre ad avere voglia di dire grazie, condividere, commentare… vuoi che ti racconti qualcosa del blog tour di #CapitaleUmano?
Ciao @gloriavanni:disqus,
tengo a specificarti che la frase che riporti l’ho usata per rappresentare un meccanismo che, come spiego nel post, non è automatico, ma che nasce solo ed esclusivamente se tra le due parti c’è reciproco apprezzamento. Un apprezzamento fondato, sincero, basato sul valore che si riscontra nel lavoro dell’altro. Una cosa molto diversa, dunque, dal farlo solo perché “l’altro è amico mio”. Quello è un modo che, francamente, non approvo, perché non si basa sul merito, ma solo su un legame affettivo.
Detto ciò, come sai sono andato a vedere cosa fosse questo #CapitaleUmano (ho visto il film al quale fai riferimento e mi è anche molto piaciuto) e sono rimasto sinceramente stupito dall’essenza di questo tuo progetto. Un progetto ambizioso, non c’è che dire, dal quale traspaiono una grande cura e un altrettanto grande passione. Ti rinnovo dunque i miei complimenti per l’idea e per il fatto di averla portata a termine 🙂
Ciò che hai realizzato potrebbe tornarmi utile per “cose future”, ma visto che le idee stanno ancora macinando nella mia testa, preferisco tenermi le domande per quando avrò un quadro più chiaro di quello che potrei “tirare fuori dal cilindro” 🙂
Grazie per essere passata di qui :*
Grazie @Bennaker:disqus per “l’apprezzamento fondato, sincero, basato sul valore che si riscontra nel lavoro dell’altro”, in questo caso per #CapitaleUmano. Credo di avere capito ciò che intendi per condivisione e vorrei rassicurarti: ho la tua stessa visione del mondo. Non è sull’amicizia, meraviglioso valore, che condivido, commento e sostengo.
È per la stima professionale, per l’impegno e il merito che sento e mi arrivano. È quanto ho ricevuto da te leggendoti oggi e per questo motivo ho condiviso i tuoi post. Sei entrato nel mio Feedly e sono felice di sentire che anche tra gli esperti social c’è una persona in più che… condivide e, spero, commenta pure!
Ogni volta che avrò a che fare con un contenuto che troverò pregevole, stai pur certa che non tarderò a dargli il dovuto risalto e che alla base ci sarà sempre un apprezzamento sincero 🙂
Di nuovo grazie! :*
Hehehe.. interessante. Bravo.
Senza giri di parole, non per offendere il gentil sesso, ma io li definisco come "verginelle" di settore, le condivisioni e anche le piaggerie tra bacheche… la fellatio vera e propria.
Hai dimenticato le sagre della porchetta di settore, la bionda gentile con accento toscano che ti fa da valletta alla bandiera dell'editoria tradizionale che vuole venderti il servizio ma de quale, devi comprare un libro dei miracoli che parla di personal branding.
Anche l'editoria tradizionale si è adeguata allo stile blog dell'ultima fotina di autore; scrivo più o meno cose "ovvie" le racchiudo in 2-3 capitoli e poi chiedo alla mia lista di amici di settore, di scrivere piccoli capitoli per sostenere l'idea del libro.
Ovvio che poi non può mancare il selfie con il libro con scritto: dentro ci sono pure io…
Certo, brutto imbecille, altrimenti i professionisti come fanno a fare l'almanacco dei fuffoidi diviso in volumi? #satiratrepuntozero #satira30 #suppostaweb
Continua… non ti fermare, avvisami quando pubblichi! 😀
Condividi et spamma… ok, siamo nella sfera della bandiera bianca! 😀
#satira30
Ciao Alessandro,
confesso che il tuo commento, tra tutti quelli che ho ricevuto, è quello che mi ha fatto più ridere! 😀
Devo dire che, in quanto all'essere diretti, "me dai 'na pista", come si dice a Roma 🙂 Anche senza fare nomi e cognomi, devo dire che qualche personaggio corrispondente alla tua descrizione mi è venuto in mente. Anzi, più di qualcuno 😉
Sono lieto che il mio post ti sia piaciuto e ovviamente puoi passare di qui quando vuoi. Non è mia abitudine mandare in giro inviti perché so quanto la cosa possa essere fastidiosa, ma se vuoi essere aggiornato sui post vecchi e nuovi, allora non ti rimane che seguire la fanpage (https://www.facebook.com/bennakercom) oppure sorbirti tutte le minchiate che scrivo su Twitter (http://twitter.com/bennaker). Non sto qui a farti l'elenco di tutte le altre risorse e profili perché a) sono sparsi ovunque e b) sai meglio di me "come trovare chi" 😉
Mo me ne vado a dormì!
#buonanotte
Io sono alle prime armi e sinceramente non credo che appioppandomi alle costole di un grande blogger o di un blog che riceve tante visite io ne possa trarre beneficio. Chi scrive per il gusto si scrivere, appunto scrive e poi al massimo può divertirsi a far leggere i suoi scritti a più persone possibili, entrando in contatto con gente che ha gli stessi interessi (come avviene sui social). Ma uno che scrive un blog, se prima ha avuto un suo passato da semplice lettore, sa benissimo che il link ok conta ma poi per leggere un blog ed entusiasmarsene e cercare di tornare a leggerlo quanto prima , bisogna che il blog faccia centro. Quindi la divisione tra chi scrive e chi legge io non la sento ancora così forte, sono ancora una lettrice di blog e solo da poco ne scrivo uno…certe volte perdo pure troppo tempo a leggere gli altri… Tutto questo per dirti che un blogger è prima di tutto un lettore anche lui, quindi con un minimo di sforzo cerebrale capisce a quale punto può arrivare la strategia di fare rete e condivisione in maniera sensata, e a cosa invece non potrà mai portare andare in giro a fare commenti, retweet, like, +1 ecc ecc ecc
Il guest posting, poi, può avere senso dopo un apprezzamento reciproco, mi pare assurdo pretendere di scrivere, io, ora , un guest post su un blog di grande successo…io pure direi di no! Io pure se avessi un blog di successo non farei scrivere un guest post a chiunque me lo chieda. Non è bello secondo me proporsi alla cieca, dopotutto il blog è come la casa, è una cosa privata, su cui si investe, prima di ricevere ospiti si fa una selezione, altrimenti non sarebbe una casa ma una piazza.
Ciao @enigmamma:disqus,
finalmente trovo il tempo di risponderti 🙂
Concordo con te su tutta la linea, tanto su questo commento, quanto su quello precedente. Mi colpisce, in particolare, il discorso che fai sul guest posting, attività alla quale io stesso ancora non ho aperto le porte.
Ho il timore, infatti, di ritrovarmi nella spiacevole e imbarazzante posizione di dovermi “rimangiare la parola” nel caso in cui dovessi notare che la persona alla quale mi sono affidato non ha saputo produrre un contenuto soddisfacente. In un caso del genere, che si fa? Non voglio neanche pensarci.
Quindi, ora come ora, preferisco che questo blog rimanga “solo mio”, in modo da farmi carico personalmente di tutti gli oneri e (quando capitano) gli onori del caso.
Un domani, poi, vedremo.
Grazie per essere passata di qui, un abbraccio :*