Hey, Indiana… La pubblicità su Facebook non è il Santo Graal!
Ma tu sei sicuro di voler fare pubblicità su Facebook?
Secondo un’indagine condotta da Digital Coach, il 55% delle aziende italiane è intenzionato a investire nell’Online Advertising, mentre il 48% dichiara di voler destinare parte del proprio budget alle attività di Social Media Marketing.
La pubblicità su Internet, quindi, non solo non è morta, ma gode anche di ottima salute!
Protagonista del momento, neanche a dirlo, è Facebook, da molti giudicato come l’unica piattaforma in grado di garantire un ROI (Return On Investment) significativo e misurabile.
Siamo sicuri, però, di essere veramente pronti per promuovere il nostro brand attraverso il Social con il maggior numero di utenti attivi al mondo? E se, invece di valorizzarlo, finissimo con il metterne in evidenza i punti deboli e le mancanze?
La pubblicità su Facebook non è il Santo Graal e, prima di accendere i riflettori sulla propria azienda, sarebbe meglio porsi alcune importantissime domande…
La sequenza: prodotto, presenza, advertising
Prima di arrivare al nocciolo della questione, è bene ricordare un principio fondamentale: i Social non aggiungono niente al proprio marchio, ma si limitano ad amplificarne la visibilità, ovvero a mettere in luce ciò che esso è e rappresenta. Tanto nel bene, quanto nel male.
Ne consegue che, se un prodotto/servizio è scadente, la presenza social è lacunosa o il sito Web aziendale è dozzinale, lo verranno a sapere molte più persone.
Per questo, prima di spendere decine, centinaia o addirittura migliaia di euro in pubblicità su Facebook, è bene prendersi del tempo per fare un po’ di autoanalisi.
Indipendentemente dal settore al quale si appartiene, infatti, la concorrenza sarà sicuramente spietata e gli utenti, ormai, sono estremamente attenti, esigenti e “tecnologici”.
Dimentichiamoci, quindi, i tempi in cui bastava avere un sito Web per appartenere ad un élite: oggi, se si vuole vendere attraverso la Rete, bisogna prima di tutto assicurarsi di avere un prodotto valido, poi allineare le proprie risorse Web agli standard tecnologici e comunicativi del momento e solo in ultimo farsi pubblicità su Facebook.
Partire con l’idea che, grazie al Facebook Advertising, si riuscirà a “svoltare” può avere senso solo se prodotto e presenza saranno prima ottimizzati e se quest’ultima verrà degnamente curata, magari da qualcuno che ha padronanza dello strumento e sa piegarlo alle proprie esigenze.
Piaccia o meno, non è più tempo di improvvisare. Questo è il Web, non il teatro della parrocchia.
Alla prossima!
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