Ma quali video? Le notizie ci piace ancora leggerle!
Testo, video o audio? Ecco come fruiamo delle notizie
Qualche giorno fa, ispirato da un articolo scritto da Virginia Dara ed intitolato: “Come ci si informa? I più giovani preferiscono le news da leggere“, ho deciso di lanciare un nuovo sondaggio su Twitter.
A spingermi in questa direzione è stato il fatto che, come intuibile dal titolo dell’articolo stesso, all’interno erano riportati i risultati di un’indagine condotta negli USA e il cui scopo era quello di analizzare il rapporto che gli internauti hanno con l’informazione online.
Quello che volevo capire io, invece, è qual è il nostro rapporto con le news sul web, ovvero se preferiamo leggerle (articoli, post, etc.), guardarle (video-notizie) o ascoltarle (podcast et similia).
Oggi, a poche ore dalla chiusura del sondaggio, vi illustro cosa ho scoperto…
C’è chi legge, chi guarda, chi ascolta e chi…
Prima di andare a vedere i risultati del sondaggio, permettetemi di farvi una piccola confessione: la convinzione che ci sia un sacco di gente che non utilizza il web per informarsi, e che quindi ignora sistematicamente ogni tipo di notizia, si fa in strada in me ormai da diverso tempo.
In ragione di ciò, ho ritenuto opportuno inserire nel sondaggio una risposta che permettesse a queste persone di esprimersi, ovvero di manifestare il proprio rifiuto per l’informazione digitale.
Perché, oh, nessuno ci obbliga ad utilizzare internet per rimanere aggiornati, no? E poi comunque si sa che i giornali online sono in mano al regime masson-rettiliano retto da Renzi…
Il futuro dell’informazione è nei video! Anzi no
Quante volte vi siete sentiti ripetere che il futuro della comunicazione è nei video?
Magari sarà realmente così, ma se ci focalizziamo sull’informazione, la quale rappresenta una singola (ma di certo non piccola) parte di quello che è l’intero flusso comunicativo, nonostante le innovazioni, il formato testuale risulta essere tuttora quello preferito dagli utenti italiani.
Con ben l’81% delle preferenze, infatti, è la lettura ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio.
Un risultato, questo, che dimostra come il formato video non sia ancora riuscito ad eguagliare l’efficacia della vecchia, cara scrittura. Quantomeno non nell’ambito dell’informazione online.
Come se non bastasse, le persone che preferiscono ignorare le notizie a prescindere dal formato (12%) sono addirittura di più di quelle che prediligono i video (5%).
Un fattore, questo, dovrebbe far riflettere gli editori che oggi, magari perché solleticati da Facebook, hanno deciso di investire tutto sulla produzione di video-notizie per il web.
E se fossimo solo dei gran cazzari?
So cosa state pensando in questo momento. “Eccallà! Il solito maligno!”.
Ebbene, nonostante sia consapevole della mia spiccata tendenza a pensar male, stavolta posso provarvi che questa non c’entra nulla. Ma, anzi, siamo noi stessi a darci la zappa sui piedi…
C’è una cosa, infatti, che ancora non vi ho detto, ovvero che l’articolo di Virginia Dara dal quale ho tratto ispirazione, l’ho anche condiviso tramite la mia Pagina Facebook e quelli che vedete riportati qui sotto sono i dati raccolti con Facebook Insights:
Guardiamo insieme i valori più importanti:
- 703 persone raggiunte
- 61 reazioni (di cui 45 “Mi piace”)
- 13 click sul link
Numeri, questi, che ci dicono che, dei 703 utenti raggiunti dal post, 45 hanno messo “Mi piace”, ma solo 13 hanno cliccato (e forse letto) l’articolo, ovvero poco più di 1 utente su 4!
Alla luce di questo dato, che è solo l’ultimo di una lunga serie di risultati simili che raccolgo ogni giorno, la domanda nasce spontanea: quell’81% di utenti che preferisce le notizie in formato testuale, cosa legge veramente di una notizia? Il titolo?
Condividi, condividi, condividi, condividi, condividi…
Non so cosa ne pensiate voi, ma io sospetto che a piacerci delle notizie scritte sia il fatto che basti dare un’occhiata veloce al titolo per coglierne l’essenza e che questo sia sufficiente a farci sentire autorizzati a mettere “Mi piace”, commentare e condividere.
Quel che penso, dunque, è che la propensione verso i contenuti testuali sia originata non dalla reale esigenza di informarsi attraverso il formato che si ritene migliore, ma da un vorace social-protagonismo, il quale ha bisogno di essere saziato il più rapidamente possibile.
E, guarda un po’, è nella natura dei titoli l’essere letti in un istante…
Alla prossima!
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Un fattore, questo, dovrebbe far riflettere gli editori che oggi, magari perché solleticati da Facebook, hanno deciso di investire tutto sulla produzione di video-notizie per il web.
Chissà, forse è proprio così – i deliri di onnipotenza e i tentativi di condizionarci di FB sono due degli #OrroriSocial più grandi con cui dobbiamo convivere, secondo me 😛