Le 5 scuse più assurde per non retwittare
La visibilità su Twitter non basta mai
Quello di Twitter è un universo strano: le informazioni si muovono a velocità vertiginosa, gli utenti utilizzano la piattaforma in modo molto diverso l’uno dall’altro e le aziende presenti lo fanno per potenziare al massimo la propria visibilità e quindi avere un ritorno.
Io sono uno di quelli che di Twitter ne fanno un uso misto.
Con misto intendo dire che, da una parte, Twitter è il social network nel quale più di tutti cerco di informarmi e di svagarmi; dall’altra, invece, è lo strumento che uso per portare visibilità a questo blog, sperando che gli argomenti che tratto suscitino sempre più l’interesse di chi mi segue.
Questo ultimo aspetto, ovvero quello del cercare visibilità, richiede una quantità di impegno non indifferente: trovare un valido argomento da trattare è solo la punta dell’iceberg. Il resto è un mix eterogeneo di attività decisamente complesse, tentativi di innovazione e fortuna.
Già, perché la fortuna anche in questo contesto gioca il suo ruolo.
A volte, ad esempio, mi capita di scrivere di un argomento sul quale non punto granché e che invece, una volta pubblicato e condiviso, scopro essere vincente.
Un po’ come è accaduto ieri con il post “Il furto di uno smartphone è un problema anche tuo“ che credevo sarebbe passato in sordina, ma che invece mi ha portato a raggiungere le 230 visite al blog in un solo giorno. Una cifra modesta, ma che per me rappresenta comunque un record e se l’ho raggiunta è grazie ai miei lettori. A voi, dunque, va il mio più sentito:
Questione di prosumer
Ma per raggiungere certi picchi di visibilità c’è bisogno non solo dell’interesse, ma anche della collaborazione degli altri. E quando si parla di visibilità e collaborazione all’interno di Twitter non può che venire in mente una sola parola: retweet.
Eh già, perché il retweet è ciò che permette ad un contenuto di viaggiare all’interno di questo strano universo. Senza la disponibilità al retweet di chi legge e apprezza un post, il post stesso non viaggerebbe e quindi non potrebbe essere visto da altri utenti.
Ogni utente, grazie a i social network, è in grado di rivestire il doppio ruolo di consumatore e produttore dell’informazione, diventando così quello che Alvin Toffler definirebbe un prosumer (producer + consumer) dell’informazione.
A tale proposito vi consiglio di spendere 5 minuti del vostro tempo nella visione il video che segue e che trovo assai interessante (il fatto che sia stato prodotto dalla Casaleggio Associati è per me assolutamente non significativo).
In ragione di ciò, un utente che, pur avendone la possibilità, non crea e/o non condivide informazione, rimane solamente un consumer.
E noi blogger, coi consumer, a livello social, ce famo poco.
Italiani brava gente, ma non retwittano
In passato ho già provato ad analizzare le cause della mancanza di propensione alla condivisione da parte di molti degli utenti con i quali ho a che fare.
Nel post “Esiste una cultura della condivisione in Italia?” ho provato ad ipotizzare che essa fosse dovuta al fatto che noi italiani siamo un popolo che guarda molto al proprio orticello. Nel senso che, se svolgere un’attività come condividere un’informazione non porta alcun guadagno a noi o al nostro ambiente, allora non ci interessa farlo. E questo indipendentemente dal valore che riconosciamo in ciò che stiamo osservando e dall’importanza che avrebbe per qualcun altro il nostro attivarci.
Disinteresse ed egoismo, in buona sintesi.
La mia è solo un’ipotesi. Le cause potrebbero essere tante e molto diverse tra loro, ed è proprio per questo che, in caso foste interessati ad esprimere il vostro punto di vista, vi invito a farlo lasciando un commento al succitato post.
Noio volevan… volevon retweet… il tweet
Tornando alla questione dei retweet, e tenendo a mente il discorso appena fatto sull’inesistente propensione alla condivisione, confesso di aver adottato in passato dei metodi poco ortodossi al fine di fare luce sull’origine di questo strano fenomeno.
In realtà di effettivamente poco ortodosso non c’è stato nulla. Dico solo che, di fronte ai casi più estremi, ho trovato giusto indossare la mia faccia da culo e andare direttamente a chiedere:
“Scusa, ma se il mio post ti è piaciuto tanto, perché non l’hai retwittato?”
Dalle risposte che ho ricevuto in questi mesi nasce l’articolo che state leggendo.
Un articolo che vuole essere fondamentalmente ironico, ma che punta i riflettori su quelli che sono i motivi, talvolta bizzarri, che spingono un utente a voler rimanere nella condizione di consumer dell’informazione.
Perché non l’hai retwittato?
Il novellino: “Non sono capace”
Ora, da che sei su Twitter, fosse anche solo una settimana, il retweet, così come la stellina e la risposta, è una delle funzioni fondamentali di questo social network. Possibile che quell’icona che somiglia tanto al simbolo del riciclaggio non abbia mai suscitato il tuo interesse? Non hai mai fatto una prova per vedere di nascosto l’effetto che fa? Dai, non prendiamoci per il culo…
Il solitario: “Ma ho pochissimi follower! Che ti cambia?”
Un nota espressione recita “Da cosa nasce cosa e si vedrà”. Mai sentita, eh? Ebbene, il fatto che un utente abbia pochi o tanti follower è significativo fino ad un certo punto: magari a seguirlo sono solo Barack Obama, Beyoncé e Brad Pitt, i quali potrebbero notare il tweet, leggere il post e, come d’incanto, innamorarsene, decidendo dunque di retwittarlo. Facciamo una prova?
Il diverso: “Non sono tipo che retwitta”
Tu. Tu che sei diverso. Almeno tu, nell’universo, vedi d’annattene affanculo ‘mpo! Che vuol dire “Non sono tipo che retwitta” ? Bisogna seguire i dettami di un Credo in particolare per fare un retweet? Oppure, non so, avere sposato una filosofia di vita secondo la quale il retweet non è visto come un atto disdicevole, ma bensì virtuoso? Ditemi voi…
Il selettivo: “Non retwitto tutto quello che mi piace”
Le cazzate sì però! Quelle le retwitti sempre. Non te ne perdi una, oh! Anzi grazie, perché senza di te credo che non sarei mai stato aggiornato così come lo sono oggi sugli ultimi meme, le frasi acide, le citazioni assegnate a cazzo di cane, gli hashtag più in voga, i risultati calcistici e il gossip più becero. Sono certo che prima di retwittare tutto questo hai meditato molto, minchione!
Lo sbrigativo: “Sono cazzi miei”
Di fronte ad una risposta del genere, io non sono mai stato in grado di contrattaccare. D’altronde, come dicevo nell’introduzione di questo post, ogni utente utilizza Twitter come meglio crede, quindi, se un utente non è propenso a retwittare e neanche a fornire spiegazioni, ha pieno potere di farlo. Ciò non toglie che mi sta sul culo lui e 3/4 della palazzina sua.
Concludo questo breve elenco riportando la battuta di Piero Mamberti:
Direi che, tra tutte, è decisamente la motivazione più accettabile, no?
Gente allegra, il ciel l’aiuta
Conviene essere allegri, sì, visti i soggetti di cui sopra.
Personalmente non posso comunque lamentarmi: la collaborazione che mano mano incontro è sempre maggiore e forse un po’ di merito ce l’ha anche il fatto che ogni post che scrivo è figlio di un’attenta analisi sugli argomenti e le tipologie di articolo più in voga del momento.
Ricordate sempre che, come scrissi nel post “Se io metto like a te, tu metti like a me? – No!“, se si scrive una roba che arrapa l’utente, allora si ottengono tanti “Mi piace”, tanti retweet e tante condivisioni; se invece si scrive una roba che non arrapa l’utente, nessuno se la inculerà.
È il mercato del social media, baby.
Alla prossima!
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Ma i commenti dove sono? Ecco il mio va..
Allora, tra le categorie hai dimenticato quello che se la tirano e ti guardano dall’alto in basso…ce ne sono diversi, magari perchè sono brand o testate più conosciute anche se in alcuni casi nn cosi tanto poi..ma non c’è verso. Non ti seguono, non ti retwittano, non ti cagano nonostante tu hai un bel sito, utile con un servizio di buona qualità e magari li retwitti e in alcuni casi anche abbastanza spesso…niente!
Quanto all’orticello purtroppo è vero e vale sopratutto quando il tuo blog o sito non è ancora un nome o nn fa traffico a sufficienza…ho da poco lanciato un blog sul vino con l’idea (credo abbastanza originale e carina) di non considerarlo un blog sul vino personale ma aperto a tutti (winelovers, assaggiatori, enotecari, produttori..) dove ognuno poteva senza troppo sforzo (se ognuno dava il suo contributo ogni tanto) scrivere dei contenuti utili a diffondere la cultura del vino ma anche un modo per parlare del loro territorio, della loro esperienza, dei loro vini ecc ecc….ovviamente i post al momento sono solo i miei…
Cmq un pò di utenti che retwittano ci sono e mi fa molto piacere. io per primo do il mio contributo
I migliori sono quelli che ti fanno il follow, lo ricambi e poi ti scrivono in privati d fare i retweet o di seguirli sugli altri mille canali…fantastico!
La maggior parte sono pure stranieri…che pretese:)
sempre simpatico e interessante leggerti
bye
Massimo
Ciao @disqus_93iynGjQgM:disqus,
intanto grazie per essere passato di qui ed aver lasciato un tuo commento 🙂
Conosco bene quelli che se la tirano, sia su Twitter che fuori da Twitter. Io li chiamo “Le fighette”. E proprio perché li conoscono bene, non mi azzardo neanche a chiedere il motivo per il quale disegnano il retweet. La risposta, insomma, già la so.
Il tuo progetto è lodevole e mi sento di farti i complimenti per il lavoro che stai portando avanti. Vedo che stai curando ogni dettaglio. L’idea alla base mi piace molto e vale lo stesso per il sito. Recentemente l’ho mostrato ad un mio amico il quale ti fa i complimenti perché non avrebbe mai pensato di trovare quello che, a suo dire, è un vino calabrese rarissimo. Quindi bravo! Continua così! 🙂
Un saluto,
Simone
Ciao @bennaker:disqus,
lo sai che passo a controllare tu abbia ancora scorta di scolorina e acquaragia:)
Che dire..grazie 1000!
C’è sempre bisogno di leggere queste parole e sapere che il tanto lavoro e il frutto di mille fatiche viene apprezzato..
Grazie a te e al tuo amico! E ovviamente per averlo condiviso e seguito.
alla prossima
Massimo
Ciao Simone !
Le risposte che hai ottenuto ponendo la domanda diretta a chi aveva apprezzato i tuoi post sono misere scuse … io non ho un blog ma adoro leggere e se qualcosa mi piace lo condivido , soprattutto se scritto bene e circostanziato … detto ciò penso che i maggiori ostacoli che tu possa incontrare siano :
1- i tuoi collegi blogger …. ( egoisti perché dare visibilità a qualcuno che non sia loro é un gran peccato… ma non si vergognano a chiederlo in DM …ma tu guarda che strano comportamento …. )
2- quelli che indipendentemente dal numero di follower o da chissà quale altro fattore reale o immaginario non usano twitter per quello che é , e per le sue potenzialità ( che in riferimento alla condivisione di un blog sono importantissime ) ma solo per autocompiacimento , evidentemente risvolto di una vita reale inesistente come se da qualche parte possano dargli il riconoscimento ” ho una vita su twitter ” !!!! Da loro non arriverà mai nulla … purtroppo , perché solo loro sono il centro del loro piccolo mondo e tu solo un intruso che gli leva visibilità ,sempre che abbiano il tempo per leggere dovendosi occupare di altre cose .
😉
Ciao @disqus_Ij1eujLlKS:disqus,
è sempre un piacere trovare un tuo commento ai miei post 🙂
Parlando di quelli che sono i diversi “personaggi del Twitter”, non mi sento di contraddirti in merito a quello che è il modus operandi di molti blogger. E’ vero: tanti, anzi, tantissimi di quelli che seguo con piacere e che, visto che non sono uno dai retweet contati, condivido volentieri, non mi hanno mai cagato di striscio. O almeno, questa è l’impressione 🙂 Confesso che, da blogger, il tempo impiegato nel confezionare i propri contenuti e nel condividerli è veramente un’enormità, quindi è difficile dedicare attenzione agli altri. Quindi in un certo senso “li scuso”, anche se, fondmentalmente, rimango sempre dell’idea che, per quanto può piacere la mia roba, nulla mi è dovuto. Se continuerò a fare bene, sono certo che i risultati saranno sempre migliori. Blogger “generosi” o meno 🙂
Per quanto riguarda la seconda categoria, invece, ovvero “Le fighette”, non condedo loro più di tanta attenzione: so benissimo che da loro non otterò mai nulla e so che andandoli a punzecchiare comunque non otterrei nulla. Merito a chi si è voluto costruire il suo “castello dorato” e che ce l’h fatta. Dal canto mio non posso che ribadire un concetto che ho espresso su Twitter già più e più volte: non mi interessa chi produce cosa, se un prodotto mi piace, allora lo condivido. Il restanti aspetti, per quanto mi riguarda, lasciano il tempo che trovano. E io di tempo a disposizione ne ho veramente poco 😉
Ti mando un abbraccio,
grazie ancora per essere passata!
Grazie per la risposta Simone!
Quando sono arrivata al punto “le fighette ” ahahahahaha mi hai davvero fatto ridere 😀
Al prossimo post … :)*
Ciao!!!
Io RT con moderazione, ma per un motivo principale e cioè per non passare per uno dei maniaci del RT che intasano la TL, addirittura in modo tale da farsi bloccare i RT o da silenziare l’utente che RT e di cui non mi interessava molto.
Detto questo, negli ultimi mesi ho aumentato sensibilmente i miei RT (almeno se paragonati al passato) perché ho visto che è l’unico sistema di far sapere agli altri cosa ti piace e cosa approvi, visto che la stellina arriva diretta solo all’autore del post.
Comunque i tuoi post sono sempre un ottimo spunto di riflessione ed anche, a volte, di analisi dei propri comportamenti!
Grazie!
Ciao @disqus_cO3egAg2KH:disqus,
un piacere vederti da queste parti 🙂
E’ vero, come per tutte le cose, gli eccessi non sono mai fonte di benessere, né per chi li persegue, né per chi, in qualche modo, li subisce. Quindi ben venga l’essere moderati, seguendo un principio di equilibrio 🙂
Interessante l’analisi sul fatto che, retwittando, la gente capisca cosa ti piace e cosa no. Non avevo mai pensato a questo punto di vista, sai? Segno che, come solito, quando ad osservare il medesimo fenomeno ci sono più occhi, le deduzioni risultanti possono essere molteplici e spesso anche molto diverse tra loro. Farò tesoro del tuo punto di vista, dunque 😉
Sono contento di sapere che ti piace ciò che scrivo. Così come lo sono ogni volta che qualcuno palesa il suo interesse per il mio blog. Sono uno di quelli a cui piace sentirsi dire “Bravo!”, ma solo e soltanto quando lo merito veramente. Forse è per questo che non capita quasi mai! 😀
Grazie per essere passato di qui!
Simone
P.S.
Ammazza che unghie lunghe il tipo della foto!
🙂
L’avranno scelto apposta? 🙂
è probabile!!!!
A parte il video della Casaleggio &co. che mi ha inquietata, il resto dell’articolo è carino. Condivido emozioni e riflessioni 😀
Personalmente condivido pochissime cose, sia su twitter che sto usando da pochissimo sia su facebook, ma quando qualcosa mi piace davvero lo condivido molto volentieri. Sarei nella categoria “il diverso” se solo mi interessassi ad aforismi e gossip, ma ho scoperto chi era Belen dopo un San Remo che non visto XD
Ciao @cronacheesoteriche:disqus,
grazie per aver letto e (come vedo in tempo reale) condiviso il post, specie se, come dici, condividi solo ciò che ti piace davvero 🙂
E, sia chiaro, ci sono “diversi” e “diversi”. Si può essere anche “diversamente partecipativi e generosi”, dunque 😉
Grazie ancora e buona giornata!
:*
Queste menate sulla gente che non retweetta guarda caso le leggo scritte principalmente da “twitstar” che poi a loro volta NON retwittano nessuno (o pochissimo), e interagiscono altrettanto poco.
Se vuoi che gli altri facciano qualcosa per te, comincia a farla tu per gli altri.
Grazie per il consiglio, Signor… ?
Ne avrei uno anche io, se posso: prima di dare della twitstar a qualcuno, forse è meglio andarsi ad informare su quella che è la sua attività sui social network al di fuori dell’autopromozione, non credi?
E visto che il tema sembra starti particolarmente a cuore, ti consiglio di leggere anche questo post, scritto sempre dalla “twitstar” con la quale stai parlando:
https://bennaker.com/condividere-social-network-supereroe/
Chissà che non ti aiuti, chiunque tu sia, a fari un’immagine diversa di me.
Ciao!