Le parolacce sono ancora un tabu nella comunicazione?
Un v*ff*nc*l* è per sempre
La settimana scorsa ho pubblicato un articolo nel quale descrivevo quello che, a parer mio, è il prototipo del finto professionista del Social Media, da me ribattezzato Social Media Cazzaro.
Tra tutti i commenti ricevuti, quello che più mi ha colpito è stato lasciato proprio da un Social Media Coso, il quale giudicava il linguaggio da me adottato nel post un po’ troppo colorito.
Da questo commento è nato uno scoppiettante confronto incentrato su un tema più che mai attuale e sentito: l’uso della volgarità all’interno della comunicazione.
Vi riassumo brevemente come la penso…
+ Parolacce, – Paroloni
Profittando del commento di cui sopra, sono finalmente riuscito a spiegare perché, tanto sul blog, quanto sui social, il ricorrere alle parolacce non mi crei alcun tipo di problema.
A differenza di quanto si potrebbe pensare, il motivo per cui non considero le parolacce un tabu è estremamente semplice: la parolaccia rappresenta uno degli elementi fondamentali di quello che è il linguaggio del cervello, ovvero quello adottato dalla vocina che abbiamo nella testa.
Quando qualcuno mi propone qualcosa che trovo assurdo, ad esempio, la voce nel mio cervello esclama: “Macchittesencula!”, mica: “Sono spiacente, ma proprio non mi è possibile accettarlo”.
Ecco, quindi, che la decisione di fare mio questo tipo di linguaggio e riportalo anche all’esterno è stata pressoché scontata, in quanto nessun’altra forma è altrettanto potente.
Squadra che vince, non si cambia
Per quanto io stesso stenti a definire il mio come un vero e proprio stile, devo ammettere che il modo di comunicare che ho scelto ha portato e sta portando tutt’ora ottimi risultati e che il timore di apparire poco professionale non mi sfiora minimamente.
Magari, se correggessi anche solo minimamente il tiro, potrei ottenere ancora di più, ma l’amore per la comunicazione immediata, diretta ed efficace è più forte di qualsiasi altra cosa.
E quindi niente. Fanculo i cambi di rotta.
Alla prossima!
Se ti è piaciuto questo post, condividilo sui Social Network e iscriviti alla newsletter!
Ciao Viviana,
non mi stupisce il fatto che i miei "Invece di… " possano arrecare fastidio a qualcuno. E' il prezzo che si paga quando si fanno delle scelte: non si può piacere a tutti. In nessuna circostanza. Quando qualcuno piace a tutti, significa che c'è un problema alla base. Un problema di identità, anzi, di personalità, accompagnato da un fortissimo bisogno di sentirsi apprezzati. Sempre e comunque.
Mi reputo fortunato a non avere questo tipo di "disturbo" (non saprei come altro definirlo) e quindi vado incontro agli schiaffi e alle pacche con il medesimo sorriso, certo del fatto che sia gli uni che le altre serviranno a mantenermi in equilibrio. Ovvero la condizione che da sempre reputo la più giusta.
Quindi no, non arriverà alcun defollow da parte mia dopo questo commento. Non sono intoccabile, non sono il detentore della verità assoluta e, soprattutto, ho cose più importanti da fare che mettermi a defolloware gente.
Un saluto e grazie per aver letto e commentato :*
Probabilmente questo tuo "marchio di fabbrica" è vincente e me ne compiaccio.
A volte però stai attento a non risultare un po' troppo forzato tanto da cadere nella banalità.
Vuoi sincerità, giusto? A me ogni ty
anto i tuoi "invece di" mi danno fastidio e appositamente non leggo i tuoi post.
Ecco l'ho detto.
Ora che fai? mi defollowi???
🙂
Vivy
Ottima riflessione. Volevo farci la tesi ma ho dovuto…”mitigare”.
Ciao @Peppe_313:disqus,
contento che l’articolo ti sia piaciuto 🙂
Riesco a immaginare il motivo per il quale hai dovuto rivedere i contenuti della tua tesi. Purtroppo non siamo ancora pronti per affrontare certi argomenti senza che questo crei degli… “sconquassamenti”, ecco. Mi auguro comunque che l’argomento di riserva ti abbia portato al sucesso che speravi 😉
Ciao e grazie!
Si si, tutto bene. Ma che sconquassamento di cogl…. ?